Il family style inaugurato dalla felice unione tra Mark Olson e
Victoria Williams, due songwriter tanto atipici quanto appassionati,
offre un nuovo, superbo highlight dopo il bellissimo Water To Drink. Se
in quel disco la protagonista era lei, la cui voce, fragile e formidabile
nello stesso tempo, spicca anche in quasi tutte le canzoni di December's
Child, qui è Mark Olson a fare da cardine per un suono e un mood
che è ormai un tratto caratteristico. Non solo perché i Creekdippers
(ovvero The Original Harmony Ridge Creekdippers) sono più una specie di
comunità che una vera e propria rock'n'roll band, ma anche perché le ballate
di Mark Olson sembrano aver trovato, in December's Child, il suono giusto,
una sorta di eccezionale ibrido tra Van Morrison e Gram Parsons. Violino,
mandolino, chitarre acustiche ed elettriche (molto misurate), il pianoforte,
i contrappunti di Victoria Williams: tutto contribuisce a rendere il sound
di December's Child caldo e uniforme, per niente invadente e adattassimo
ad essere usato al mattino, con il primo caffé, la giornata da organizzare
e quattro canzoni che ti mettono subito dell'umore adatto. Proprio per
la sua omogeneità non è che abbia un gran senso citare una canzone piuttosto
che un'altra (e poi sono tutte bellissime), ma ci sono almeno due brani
che vanno segnalati. Uno è Alta's Song con l'eccellente Don
Heffington alla batteria ed è un esperimento inedito di intersezione
con i ritmi della black music che lascia una porta aperta al futuro di
Mark Olson. L'altro è Say You'll Be Mine perché vede Gary Louris
alla voce e alla chitarra. Non si parla di reunion dei Jayhawks, però
anche questa sembra una bella notizia perché con lui, Mark Olson ha dato
vita a quel piccolo classico che è Hollywood Town Hall per cui, mai dire
mai.
(Stefano Hourria)
www.creekdipper.com
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