Eric "Roscoe" Ambel, dopo l'estemporaneo e divertente album con
gli Yahoos,
torna nelle vesti di produttore, ruolo in cui il suo nome è quasi
sempre sinonimo di garanzia: ed ecco un altro lavoro a testimoniare tutto
ciò e a farci conoscere un'ottima songwriter che risponde al nome
di Florence Dore. Nativa di Nashville, Florence è professoressa
di letteratura americana, e in questo suo album di debutto, oltre ad avvalersi
del servizio del già citato "Roscoe", è attorniata dalla sua band, i cui
nomi sono degni del massimo rispetto a partire da Dennys Dicken,
batterista dei mai dimenticati Smithereens, dal chitarrista Chris Erikson,
fino al bassista Scott Yoder, già nella band di Kevin Salen e Tim
Carroll. Dobbiamo un grazie anche alla mamma di Florence che, dopo averla
iscritta ad una scuola cattolica, pensò bene di andarsela a prendere quando
aveva otto anni per portarla con sé ad un concerto di Johnny Cash, e chissà
che non sia stato un concerto premonitore del destino. Ma veniamo ad oggi:
Perfect City viaggia in bilico tra folk e roots con le chitarre
sempre bene in evidenza sin dal brano di apertura Early World dove
l'influenza della canzone country è più accentuata, a Perfect City
in cui è il rock misto roots a farla da padrone, arrivando a No Nashwille
con il suo andamento malinconico. Una delle peculiarità dell'album è proprio
il fatto di non ancorarsi ad uno dei generi che ho citato ma di scorrere
via senza mai annoiare: tutte le canzoni sono degne di nota, una riga
in più per Wintertown, struggente finale dedicato a degli studenti
uccisi nel 1970 in Ohio, come già ricordava Neil Young in una sua
famosa canzone. Il rock al femminile, dopo un periodo di stanca, è tornato
più forte di prima...
(Ruggero Marinello)
www.slewfootrecords.com
|