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Fred Eaglesmith - Failing Stars and Broken Hearts FSE 2002

Dopo anni di continue peregrinazioni ai margini del mercato e di frequenti cambi di etichetta, Fred Eaglesmith non poteva che optare per la scelta più intransigente, quella di una assoluta autoproduzione. Songwriter esperto e di vecchio stampo, voce aspra e ballate spruzzate di radici country&western, stranamente originario dell'Ontario (c'è veramente poco Canada nel suo ruvido country-rock dall'aria texana), Eaglesmith si circonda dei soliti amici, gli stessi, anche se in formazione allargata, che lo hanno accompagnato nello scanzonato live Ralph's Last Show, giusto un anno fa. Le atmosfere di Failing Stars and Broken Hearts ricalcano in qualche modo le intuizioni di quel disco dal vivo, dando una forma più composita e leggermente elettrificata ad una serie di ballate dal taglio tradizionalissimo. Il mandolino del fido Willie P. Bennet, le chitarre di Dan Walsh, la pedal steel di Roger Martin, più altri ospiti di studio, delineano un linguaggio da fuorilegge del rock delle radici, assai vicino, per sensibilità e melodie, ad un texano doc come Robert Earl Keen o, se volete, ad un Dave Alvin con meno poesia nelle vene (Rev It Up è un rock'n'roll sulla falsariga di ceri episodi dell'ex Blasters). Fatti i dovuti distinguo, le immagini che richiamano malinconiche ballate quali Indian Motorcycles o vibranti country-rock tipo Sugarcane e I Ain't Never Givin' In corrono su binari paralleli al migliore songwriting d'estrazione roots. Un disco asciutto e con poche pretese, se non quelle di presentare un onesto artigiano delle radici del rock'n'roll, ma godibilissimo, anche per la cospicua presenza di honky-tonk and drinkin' songs (Ordinary Guy, Dancin' On The Bar) ad alzare il tasso alcolico della raccolta.
(Davide Albini)

www.fredeaglesmith.com