Tempo
di cambiamenti in casa Say Zu Zu e di non poco conto: Cliff
Murphy e Jon Nolan non mollano il colpo e portano avanti
il testimone di questa piccola favola in chiave roots-rock dal New Hampshire,
nonostante defezioni importanti in seno alla band ed una sofferta gestazione
per il nuovo disco. A tre lunghi anni dal declamato Bull,
attualmente il loro disco più maturo e completo, e tralasciata
la parentesi live del '99, Every Mile ci riconsegna un gruppo
rinnovato nella line-up, dopo l'abbandono dei vecchi compagni James Nolan
e Steve Ruhm, e crediamo anche nello spirito. I nuovi arrivati si chiamano
Jon Pistey al basso e Tim Nylander alla batteria, ma la
differenza non si nota affatto, tanto che Every Mile continua imperterrito
sulle salde certezze del passato, attraverso dodici episodi di schietto
e robusto rock'n'roll americano venato di radici. O forse no, qualche
impercettibile variazione andrebbe registrata: fermo restando che ad una
band come i Say Zu Zu non si dovrebbero chiedere nient'altro che godibili
affreschi roots dalla provincia americana, il nuovo lavoro spinge in una
direzione fortemente rock rispetto al passato. Le radici rurali si stingono
di fronte al muro di chitarre assassine che apre magistralmente il disco:
Lonely e Wish me well hanno un feeling chitarristico arrembante,
feedback younghiani nelle vene ed un'innocenza rock che conquista. Murphy
insegue una vocalità sempre più convincente, vivace e tuonante,
mentre il fedele scudiero Nolan continua a macchiare le melodie della
band con una elettricità figlia al tempo stesso del sounthern-rock
(Good girl, You don't know me) dei Crazy Horse e di quell'arioso
rock radiofonico tanto in voga negli anni settanta (Glow). Non
mancano neppure ballate di presa diretta, tra cui si segnalano le malinconiche
Indipendence Day e Still; al contrario delle vecchie digressioni
country, oggi limitate al quadretto rootsy di Sugarbowl. Non incideranno
capolavori, ma sono ancora vivi e soprattutto vitali
(Fabio Cerbone)
www.sayzuzu.com
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