Le
strette collaborazioni avviate con Colin Linden nell'interessante
progetto Blackie and The Rodeo Kings hanno ridefinito ed arricchito
il songwriting di Stephen Fearing, un nome che comincia a diventare
indispensabile nel panorama del rock d'autore nordamericano. That's
How I Walk è difatti il frutto di una produzione accuratissima
con il citato Linden, un musicista che andrebbe riconsiderato attentamente
(magari partendo dal suo ultimo lavoro, Raised by Wolves): il risultato
è un disco che esalta le limpide melodie folk-rock di Stephen Fearing,
quelle sue umide ballate che profumano degli inverni in Canada (è
proprio da quei luoghi che Stephen proviene) e mette in vetrina una voce
splendida per dolcezza e portamento. L'impasto di sonorità elettro-acustiche
ricorda molto da vicino le intuizioni dell'ultimo Richard Thompson (Black
silk gown avrebbe fatto un figurone in uno dei suoi recenti lavori)
o del Bruce Cockburn meno scontroso, anche se Fearing è in giro
da abbastanza tempo per aver affinato uno stile tutto suo, che si sente
forte e chiaro lungo i quattordici ammalianti episodi qui raccolti. La
partenza è carica al punto giusto, con le rimiche rock-blues di
Like the way you said e la slide di Colin Linden che lancia strali
nell'aria. Si prosegue con il capolavoro The finest kind, mirabile
ballata dal passo classico con acustiche ed organi ad incrociare sullo
sfondo. Poi, piano piano, si entra nel cuore caldo ed accogliente di That's
How I Walk: i fiati e gli umori da The Band di Town called Jesus,
il rock'n'roll notturno e sexy di On the great divide, il folksinger
raffinato di Rave on captain e quello più oscuro di Me
and Mr. Blue e della stessa title-track. Ogni suono al posto giusto
e tutto giudato da una ispirazione invidiabile.
(Fabio Cerbone)
www.stephenfearing.com
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