Richard
Ferrerira, omone irsuto dallo sguardo pensieroso ed impavido, è un
musicista che ci sa fare, uno con le idee chiare e con interrogativi solo
per il proprio destino da chansonier. Difficile sapere se di lui avremo
ancora notizie, scontato è comunque il parere dopo l'ascolto di Somewhereville.
Sin dalle prime note di Bye Bye Baby si avverte un sapore soul,
un soul dalle sfumature particolari ed evidenti. Folk, Van Morrison e
ottoni, si mischiano di continuo per melodie che trovano in Moon Over
Memphis il punto più alto del disco. Il brano, un autentico capolavoro,
è portato in trionfo da una voce robusta, quella emozionate di Richard,
da fiati fedeli, inquadrati perfettamente fra chitarra acustica, organo
ed artifizi elettrici, e da un sound che riporta immediatamente alla Band
di Robertson e Danko. Il resto del disco si divide fra ballate dai toni
acustici (I Give Myself Away, House Of Rain, One Step
Closer, tutte dilatate da organo e chitarra elettrica, e Guilford
Mill), frammenti energici per motivi country-rock, Memphis Money,
e corpose melodie che toccano per intensità, come la già citata Bye Bye
Baby o Invisibile Man, altra traccia dai dettami soul. L'album
rivela anche un Ferriera chitarrista, impegnato sempre all'acustica e
qualche volta all'elettrica, mentre per il songwriting, sorretto da tematiche
romantiche, il nostro si lascia aiutare dagli esperti Gwil Owen e Greg
Trooper, quest'ultimo per Invisibile Man. Somewhereville è il concentrato
di trentacinque minuti di ottima musica, il tutto su un formato "vecchio
stampo", sia per la durata che per l'elevato tasso qualitativo di ogni
canzone. A questo punto, ascoltare per credere.
(Carlo Lancini)
www.richardferreira.com
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