Come
recita il titolo stesso, edizione speciale ed ampliata, com ben otto inediti,
di Fluorescent, da parte della Blue rose, da qualche anno
ormai label europea di Steve Wynn, il quale ha visto schizzare
al rialzo le sue azioni proprio grazie all'etichetta tedesca e soprattutto
al doppio, splendido Here Come The Miracles. Fluorescent esce originariamente
nel '93, a ridosso dei primi due tentativi solisti di Steve: l'eredità
dei Dream Syndacate è pesante da sopportare, e il nostro tenta
nuove strade. L'esordio, Kerosene Man, è ancora oggi
un piccolo capolavoro, il seguito, con il pretenzioso Dazzling Display
un passo falso: entrambi i dischi si avvalgono di una pletora di ospiti
in studio e di una produzione curatissima, a volte apertamente pop. Fluorescent
è il disco della reazione a tutto ciò: dall'impianto essenzialmente
acustico, nonostante qualche vistosa tirata elettrica non si faccia mancare
(Older, Look Both Ways), registrato in poco tempo ed essenzialmente
"live", ciondola continuamente intorno a ballate folk-rock dai
sapori sixties (Carelessly, Layer by Layer), spesso impastate
di sapori pop (Carry a Torch, grazie anche ai cori di Vicky Peterson
e Susan Cowsill (ora nei Continental Drifters). Una California meno acida
ed eccitante di quella raccontata con i Syndicate, ma altrettanto affascinante,
specie negli episodi più incupiti (la maestosa western ballad That's
Why I Wear Black). Nella sostanza resta un disco di transizione, che
anticipa alcuni temi ripresi nel proseguio della sua carriera (per esempio
nel suo disco più spensierato, Sweetness and Light), ma che ha
se non altro il pregio del gran numero di outtakes aggiunte (tra le tante
una segnalazione per Gospel #1) a stuzzicare i fans più
accaniti.
(Fabio Cerbone)
www.stevewynn.net
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