Eclettici e non allineati David Lowery e Johnny Hickman
lo sono sempre stati. Forever è il quinto episodio
di una carriera costantemente messa in gioco, all'indomani di una doppia
raccolta, Garage d'Or, che sanciva idealmente la chiusura
della prima parte della loro carriera; ma il nuovo corso resta purtroppo
parzialmente irrisolto. Rimpiazzare quell'ignorato capolavoro che è
stato Gentleman's Blues era compito arduo, se non impossibile,
tanto mirabilmente erano riusciti a ridare dignità a quella forma
di mainstream rock nobile che aveva ed ha tutt'ora in Tom Petty e John
Mellencamp i suoi eroi. Forever staziona a metà strada tra lo sperimentalismo
sconclusionato di Golden Age (il loro disco più
controverso del '96) e qualche caposaldo ereditato dal passato. Una solida
partenza con Brides od neptune e Shine, limpide pop-rock
songs nello stile che ce li ha rivelati, persino una rasoiata elettrica
quale Guarded by monkeys, che recupera i loro trascorsi punk, ma
poi si allungano minacciose le ombre. La parte centrale cala in tensione
e si avventura in pasticci inauditi: è il caso delle deviazioni
funky- hip hop di What you're missing, di una innocente e quanto
mai vacua canzoncina quale Ain't that strange, per non dire della
delirante Superfan, in cui Hickman si avventura in una sorta di
disco-rock psichedelico indegno del nome della band. A poco serve in questo
caso la produzione dell'amico Mark Linknous (Sparklehorse), da
cui francamente ci si potevano attendere risvolti modernisti più
sensati. La classe non è acqua, si è soliti affermare, ed
il finale recupera i punti persi per strada: il merito risiede tutto negli
influssi soul di una splendida ballata dal titolo Sweet Magdalena
(e qui si che i Craker fanno il loro mestiere!), nell'accattivante e lucido
sound pop-rock della stessa Forever e di Merry Christmas Emily,
ed infine nelle contorsioni chitarristiche di One fine day, dove
Hickman dimostra ancora una volta di essere un chitarista di prima classe.
Aspettiamo fiduciosi un assestamento di rotta, perchè una band
come i Cracker fa bene al rock'n'roll americano come poche altre.
www.crackersoul.com
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