Robbie
Fulks è veramente un personaggio da prendere con le molle:
si è costruito un nome nel circuito alternative-country attraverso
una carriera a fasi alterne, strampalata ed anarchica quanto lui stesso,
passando dagli esordi country-rock con Country Love Songs allo
splendido e purtroppo isolato debutto su major di Let's Kill Saturday
Night, eccitante e corrosivo disco di roots-rock stradaiolo
sulla scia di Steve Earle, tornando poi in una dimensione indipendente,
senza curarsi minimamente delle sue interperanze artistiche. Rispunta
giusto l'anno scorso con l'ardito Couples In Troubles, eterogenea
raccolta di rock'n'roll songs e folk d'autore, per arrivare all'ultima
trovata, un disco tributo agli sconosciuti eroi minori dell'epoca d'oro
della country-honky tonk music. Siamo catalpultati in pieni anni cinquanta,
con un'eleganza formale ed una passione che non lasciano dubbi sulla serietà
di questo recupero: Robbie si dimostra assolutamente fuori da qualsiasi
logica commerciale anche in questa occasione. Nelle note interne del cd
specifica ingatti di avere consapevolmente escluso i grandi nomi del genere
(Geoge Jones, Haggard, Buck Owens ecc...), per ridare giustizia ad artisti
di seconda fila, che avrebbero meritato più attenzioni. Sull'onestà
assoluta che muove il progetto 13 Hillbilly Giants non si
discute, e nemmeno sulle intepretazioni: la voce di Fulks è calata
perfettamente nel ruolo, la band swinga che è un piacere e la produzione
è rimessa addirittura nelle mani di un mago dell'alternative-rock
quale Steve Albini. Del contenuto avrete intuito i contorni: honky-tonk
(Cocktails, Family man e Act like a married man tra
le migliori), hillbilly music (We live a long time to get old),
walzeroni country (Jeannie's afraid of the darkin) e qualche avvisaglia
di rock'n'roll primordiale (una robusta Lotta lotta women) rendono
il disco una piacevole passeggiata nel passato di una tradizione gloriosa,
anche se da uno come Robbie Fulks attendiamo un assestamento di rotta.
www.robbiefulks.com
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