Eccentrici lo sono sempre stati ed anche in questa occasione non mancano
di mettere in mostra la loro vena ironica: copertina e titolo rappresentano
la migliore introduzione ad una delle roots band più longeve e
originali della scena di Austin. Aldilà di un innegabile eclettismo,
i Gourds iniziano a reclamare un doveroso spazio nella scena Americana,
non solo, come si è anticipato, per diritti d'anzianità
(partendo da Dem's good Beeble sono al quinto disco, senza contare l'estemporaneo
ep di cover Shinebox
dello scorso anno), ma anche per una produzione che cresce in valore e
spunti ad ogni uscita. A conti fatti Cow, Fish, Fowl or Pig non
stravolge le coordinate del loro sound, sorta di attitudine rock'n'roll
racchiusa in una testa che pensa in termini country&western, ma mette
a frutto la lunga esperienza in una manciata di canzoni curiose di indagare
la tradizione. Jimmy Smith e Kevin Russell tirano le fila
di una congrega di musicisti aperta ad ogni contaminazione delle radici:
i profumi del Texas sono sempre dietro l'angolo (Hellhounds, Blankets),
a volte spuntano dei veri e propri gioiellini roots (Smoke Bend),
ma il pericolo di un country-rock di maniera viene scalzato da cambi di
rotta improvvisi e ritmi sbilenchi. Valgano ad esempio Ants On The
Melon con il suo canto un po' fuori dalle righe e il sostegno del
mandolino; il roots-rock sgraziato di Bottle & a Dime e lo
spirito punk di Ceiling's Leaking; l'incedere spanish di The
Prayer that Fell Upon the Mirror. Inoltre l'utilizzo ossessivo di
strumenti quali il violino e la fisarmonica spinge spesso i Gourds verso
territori imparentati con un folk-rock dai colori irlandesi (Right
in The Head), conquistando persino un briciolo di poesia ed epico
trasporto in Roll & Tumble, dove sembra veramente di sentire
i Waterboys in gita nel Texas.
(Fabio Cerbone)
www.thegourds.com
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