Il nome di questa cantautrice di origine texana, ma trasferitasi da molti
anni a Nashville, è tra i più stimati della scena folk e country americana.
È un peccato che non venga riconosciuta per il suo talento anche dalle
nostre parti: credo non abbia nulla da invidiare ad altre colleghe più
famose. Winter Marquee, se non sbaglio, è il secondo live
ufficiale della sua lunga carriera (il suo debutto risale alla fine dei
settanta) e potrebbe funzionare molto bene come una specie di greatest
hits del suo materiale storico, con l'aggiunta di alcune cover d'autore
e brani della sua produzione più recente. Accompagnata da una band eccezionale
e grazie ad una registrazione limpida (Monty Hitchcock), Nancy
Griffith ci accompagna per mano tra le sue melodie raffinate, che
la stampa americana ha spesso definito Folkabilly. Il suo stile
è infatti difficile da inquadrare: ci sono elementi country mischiati
alla canzone d'autore folk, a volte arrangiamenti che sfiorano il pop,
il tutto avvolto in sonorità molto eleganti, attraverso le quali la sua
brillante voce può risaltare in tutta la sua bellezza. È un po' un ritorno
a casa per la Griffith, dopo le indecisioni delle opere più recenti: anche
le presenza di alcuni amici dimostrano questa sensazione di serenità,
un concerto ispirato e molto partecipato. Segnalo tra gli altri Emmylou
Harris nella dolce Good Night New York e Tom Russell
(con il fedele chitarrista Andrew Hardin) nei due brani What's That
I Hear e White Freight Liner (divertente brano country-rock
in chiusura di serata). Non si possono per altro tralasciare le versioni
molto sentite di Boots of Spanish Leather (Bob Dylan), veramente
splendida per interpretazione, e l'iniziale Speed of The Sound of Loneliness
(John Prine), che danno un'idea precisa dei suoi gusti musicali. Per chi
conosce già Nancy Griffith, Winter Marquee è una conferma della sua bravura,
per gli altri un'occasione unica per riscoprire un'autrice di classe
(Ruggero Marinello)
www.nancigriffith.com
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