Se
ancora non avete carpito il segreto dietro cui si cela il songwriting
eterno ed immutabile di Guy Clark, le dodici tracce del qui presente
The Dark vi offrono l'ennesima occasione per indagare il
cuore di un artista assolutamente immune al trascorrere del tempo e delle
mode, venerata figura di songwriter ed autentica icona della musica texana.
Non vi aspettereste altro se non quello che esettamente The Dark riesce
ad offrirvi: una manciata di asciutte ballate in bilico tra country ridotto
all'osso e folk music per solitari. Amaro e disincantato più del
solito, poetico come sempre lo è stato, probabilmente nella forma
più ispirata da molti anni a questa parte (almeno dai tempi di
Dublin Blues), Guy Clark ci porta ai margini della civiltà,
nel talkin' malinconico di Homeless, nella provincia americana
di Arizona Skies (alle backing vocals ci sono Gillian Welch e David
Rawlings) dove non conosci altro al di fuori del tuo piccolo mondo, nei
ricordi di Bag of Bones e Magnolia Wind, sbattendoci in
faccia, con un rigore assoluto, il lato oscuro della vita, quando ti sembra
di aver perso ogni punto di riferimento (Off the Map). Logico dunque
pensare ad arrangiamenti scarni, ad un suono ostinatamente acustico, sempre
funzionale al racconto, in cui non una sola nota viene sprecata. Il procedimento
è sempre lo stesso: l'impianto di base registrato in presa diretta,
la voce ed un paio di strumenti di contorno, in seconda battuta qualche
timida sovraincisione solista. Non serve altro ed il compito riesce facile
se il nostro protagonista viene attorniato dagli amici di sempre: il mandolino
e il dobro di Darrell Scott, la chitarra di Vernon Thompson,
il violino di Chris Latham. Un disco i cui umori autunnali non
devono spaventare, anche perchè, come ci insegna la mirabile
chiusura della title-track, "una volta o l'altra a tutti capita di
ritrovarsi nell'oscurità"
(Fabio Cerbone)
www.sugarhillrecords.com
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