Nato e cresciuto in Svizzera, Andi Hoffmann ha stabilito da tempo
la sua base operativa in quel di New Orleans, assorbendo i mille linguaggi
musicali che in quella terra si intersecano. Con i suoi B-Goes
è attivo da molto tempo sulla scena locale: si è guadagnato la stima dei
colleghi (ospite d'onore l'amico Anders Osborne, presente alla
chitarra in quattro brani) e il plauso della stampa, restando purtroppo
un oggetto misterioso a livello nazionale. La definizione di "multicultural
roots-rock" coglie con efficacia gli umori del suo quinto lavoro, Living
in The Big Wide World, che insiste sulla via della contaminazione
e dell'eccentricità, segni evidenti delle suggestioni world che colorano
il songwriting pacifista di Hoffman (Gandhi e Martin Luther King vengono
citati come suoi punti di riferimento politici). Dotato di una voce sorniona
e poco appariscente, è l'ideale accompagnamento per pigre ballate da crepuscolo
(l'ottima El Rancho Hotel), crescendo a volte in ritmo tra richiami
funky-soul ed ambientazioni sexy tipiche di New Orleans (See It in
Your Eyes, Riding to New Orleans), robusto rock-blues (Travel
Till I Die), escursioni in territori reggea, persino influenze vagamente
caraibiche (il calypso-rock in lingua tedesca di I Liebe Di Fuer Immer
e You Are The Sunshine in My World). Un piatto decisamente ricco
e speziato come richiede la collocazione geografica della band, ma a volte
eccessivamente blando nell'interpretazione (l'anonima Fingertips)
o troppo pasticciato in fase di arrangiamento (le campionature di Exit
20). Con una produzione più consona e l'aggiunta di qualche colorazione
soul (per esempio una bella sezione fiati), Andi Hoffman potrebbe compiere
quel salto di qualità che in questi anni gli è mancato per allargare la
cerchia dei suoi estimatori
(Fabio Cerbone)
www.bgoes.com
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