Non
appena ci si trova di fronte ad una band Canadese i riferimenti corrono
repentinamente in direzione Neil Young. Sì, sicuramente il suo impatto
sulla cultura musicale canadese è stato devastante, ma spesso il paragone
limita l'ampiezza di un materiale tanto fresco quanto derivativo. Questo
è il caso degli Hooblers, i quali, fin dagli esordi, hanno dovuto
vivere all'ombra delle chitarre dei Crazy Horse e dei Led Zeppelin.
I Hate Folk Singers, il terzo capitolo della band capitanata
da Mike Grier, cantante, songwriter e chitarrista, è un nuovo veicolo
per divincolarsi dalle catene dei riferimenti. Il tentativo sembra finalmente
riuscito: I Hate Folk Singers è un concentrato di rock graffiante e depression
folk, è la maturità artistica di quell'old school rock punto di partenza
per ogni riferimento passato. La chitarra acustica è la protagonista di
gran parte degli espisodi del disco (Cautions, Maybe, Plans
e Run), veri e propri spaccati folk, mentre l'uso dell'elettricità
è limitato, oltre cha ad una parentesi finale totalemente avveniristica
(Mercy e nuovamente Run), a Broken, un rock graffiante,
e Home, che come Forget sembra una ballata uscita dalle
corde di Michael Timmins (Cowboy Junkies). La band originaria dell'Ottawa
ha la forza di non dare peso a virtuosismi chitarristici o a composizioni
particolarmente articolate, per offrire a chi la ascolta una manciata
di ballate d'atmosfera e spaccati di puro rock.
(Carlo Lancini)
www.bluerose-records.com
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