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Hooblers - I Hate Folk Singers Blue Rose 2002

Non appena ci si trova di fronte ad una band Canadese i riferimenti corrono repentinamente in direzione Neil Young. Sì, sicuramente il suo impatto sulla cultura musicale canadese è stato devastante, ma spesso il paragone limita l'ampiezza di un materiale tanto fresco quanto derivativo. Questo è il caso degli Hooblers, i quali, fin dagli esordi, hanno dovuto vivere all'ombra delle chitarre dei Crazy Horse e dei Led Zeppelin. I Hate Folk Singers, il terzo capitolo della band capitanata da Mike Grier, cantante, songwriter e chitarrista, è un nuovo veicolo per divincolarsi dalle catene dei riferimenti. Il tentativo sembra finalmente riuscito: I Hate Folk Singers è un concentrato di rock graffiante e depression folk, è la maturità artistica di quell'old school rock punto di partenza per ogni riferimento passato. La chitarra acustica è la protagonista di gran parte degli espisodi del disco (Cautions, Maybe, Plans e Run), veri e propri spaccati folk, mentre l'uso dell'elettricità è limitato, oltre cha ad una parentesi finale totalemente avveniristica (Mercy e nuovamente Run), a Broken, un rock graffiante, e Home, che come Forget sembra una ballata uscita dalle corde di Michael Timmins (Cowboy Junkies). La band originaria dell'Ottawa ha la forza di non dare peso a virtuosismi chitarristici o a composizioni particolarmente articolate, per offrire a chi la ascolta una manciata di ballate d'atmosfera e spaccati di puro rock.
(Carlo Lancini)

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