Al
pari del suo vecchio compagno di avventure Alejandro Escovedo, con cui
divideva la leadership dei True Believers, band antesignana del
movimento roots-rock alla metà degli anni ottanta, Jon
Dee Graham è un autentico "desaparecido" del rock'n'roll
texano che per anni ha scelto, quasi volutamente, l'esilio e l'anonimato,
deluso dalle crudeli "ritorsioni" del music business. Il ritorno
sulla scena è avvenuto nel '96 e da allora il suo nome è
divenuto un punto di riferimento imprescindibile per la scena di Austin.
Hooray for the Moon è il terzo capitolo solista ed
il secondo per la prestigiosa New West, il passo decisivo ed agognato
verso una completa maturazione del suo crudo sound rock intriso di umori
desertici e divagazioni folk cantautorali. Rispetto a quanto mostrato
in passato, è un lavoro tenacemente rock'n'roll, vibrante di elettricità
e poco incline a pause acustiche. Allo stesso tempo rocker dalla scorza
dura e songwriter dall'animo sensibile, Jon ha scelto questa volta la
via di un disco a tinte forti, alzando la posta con le chitarre assasine
del fido Michael Hardwick (oltre a quelle di Jon stesso) e la partecipazione
di una lunga serie di guest stars, tra cui si segnalano l'immenso Jim
Keltner all batteria e, in un paio di brani, Davey Faragher
(ex Cracker e John Hiatt band). Se poi la produzione viene rimessa nella
mani di un certo Don Smith (Rolling Stones, Tom Petty, Cracker
tra i tanti) riesce difficile sbagliare il colpo. Due i brani ripresi
dal glorioso passato con i True believers (la splendida rock ballad One
Moment in apertura e la maestosa Home), un paio anche le cover
(folgorante la rilettura nervosa ed elettrica di Way down in the hole
a firma Tom Waits), a cui si aggiungono nuovi esaltanti episodi di
puro heartland-rock (The restraining order song, Laredo)
e qualche intermezzo folk-rock (I go too, Tamale house#1)
in cui la voce aspra di Jon declama tutto il fascino di una musica cha
sa di polvere, deserto e sogni spezzati al confine col Messico.
www.newwestrecords.com
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