Fortunato davvero il settimo sigillo del terribile Reverendo Horton
Heat, personaggio alquanto singolare e spirito assolutamente anarchico
nel panorama del rock'n'roll americano: Lucky 7 apre il
sodalizio con la prestigiosa Artemis (affiliata Sony), dopo anni di sereni
rapporti con la Sub Pop, label che nel 1990 aveva lanciato il nome di
questo imbizzarito rocker texano (cresciuto a Corpus Christi!) tra le
realtà più indiavolate del revival rockabilly. E' tuttavia
difficile liquidare la musica di Reverend Horton Heat come semplice ripescaggio
del passato: quasi fosse una sorta di Mr. Hyde del buon Brian Setzer,
il Reverendo, così lo chiamano i fans, scardina le sue incontestabili
radici fifties, dando vita ad un infernale punk'n'roll intriso di surf
music, momenti pulp (la grandiosa Reverend Horton Heat's Big Blue Car)
e suggestioni spaghetti-western (lo strumentale Duel At the Two O'clock
Bell). Non inventa nulla, allineandosi a gente quale i Supersuckers
o il Mike Ness solista, ma suona con una foga al limite dell'attacco cardiaco,
fa screpitare le chitarre all'inverosimile e si appoggia ad una sezione
ritmica roboante (in tutto sono solo in tre,
con il basso di Jimbo Wallace e la batteria di Scott Churilla).
Nient'altro che rozzo rock'n'roll, spesso al limite del lecito (Galaxy
500 potrebbe essere un affascinante ponte tra rockabilly e trash-metal!),
volutamente irriverente e sopra le righe (il siparietto honky-tonk di
You've Got a Friend Name Jimbo) che quando gira per il verso giusto
è assolutamente irresistibile (Like a Rocket, What's
Reminding Me of You). Divertente, scanzonato, si attiene strettamente
alla filosofia del just for fun, disquisendo di macchine, ragazze,
alcool e party ogni sera...non è forse per questo che il rock'n'roll
è nato?
(Fabio Cerbone)
www.reverendhortonheat.com
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