Una piacevole scoperta la miscela vecchio stile imbastita dagli Hot
Club of Cowtown, nonostante non siano proprio delle "giovani
proposte". Ghost Train è infatti il quarto disco
per la Hightone, ma nel gran proliferare di uscite a tema Americana, è
facile perdere per strada i pezzi. Recuperiamo il tempo perduto, rendendoci
perfettamente conto che la nuova onda old-time seguita al successo della
colonna sonora di Fratello Dove Sei trascina con sè molte realtà
di questo genere, non tutte leggittimate. Non è questo il caso
di Elena Fremerman e Whit Smith, che hanno formato la band
agli inizi degli anni novanta sulle ali di un intelligente revival western-swing.
In Ghost Train si sono aggiunti il contrabbassista Jake Erwin,
il piano di di Joe Kerr e soprattutto la produzione di Gurf
Morlix, di prima classe come sempre. Un sound di vecchia America si
sparge lungo i dodici episodi del disco, in parte traditionals rimessi
a nuovo, in parte originali e raggiunge l'apice nel frizzante finale di
Pray For the Lights to Go Out. Un raffinato incrocio tra country&western
e swing si impadronisce dell'iniziale Sleep; l'hillbilly music
è protagonista in Forget Me Nots e Cherokee Shuffle;
in Home e Paradise With You c'è un profumo di canzone
jazz fine anni quaranta, mentreb Fuli Tschai è una orginale
trovata strumentale dall'aria zingaresca. Alla voce solista si alternano
sia la Fremerman, più spensierata e leggera, sia Smith, adagiato
su toni più malinconici, ma la sostanza non cambia: grandissima
perizia agli strumenti, eleganza preferita all'eccitazione ed una certa
versatilità (una versione country-gospel di Chip Away the Stone,
pezzo degli Aerosmith!) sono le armi vincenti di un disco nel suo genere
semplicemente gustoso.
(Davide Albini)
www.hotclubofcowtown.com
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