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più di un anno fa a livello indipendente, Unity Lodge
si è guadagnato sul campo la credenziali per una promozione nella
scuderia Yep Roc, godendo finalmente di una distribuzione più consona
al talento del personaggio. Si, perchè il giovane Johnny Irion,
pur non avendo i numeri del fuoriclasse, mette sulla bilancia dieci canzoni
che sono un piccolo riassunto dell'epoca d'oro del country-rock, un atto
d'amore sconfinato per i suoni "cosmici" di Gram Parsons, gli
Stones rurali di Dead Flowers e il Neil Young più bucolico. Insomma,
un piacevole ripasso della gioventù roots americana: oggi lo chiamiamo,
a seconda delle circostanze, alternative-country o Americana, nella sostanza
resta un insieme di ballate impolverate (Stationary Woman), dove
il passo country della campagna si elettrifica a dovere e si ravviva con
un soffio di armonica (Pilot Light), creando paesaggi desertici
e viaggi on the road. Molte di questi brani mettono infatti al
centro il tema dello spostamento connesso all'amore (il frizzante honky-tonk
di Dc Niner, la corale Think Tank o Trackers Tan),
cercando sempre un corretto bilanciamento tra acustico (con inserimenti
di mandolino, dobro e banjo) ed elettrico. Irion non è un novellino,
ha debuttato giovanissimo nei Queen Sarah Saturday, ha collaborato con
la rock band Dillon Fence ed ha girato mezza America in trio acustico
con Sarah Lee Guthrie (la figlia del famoso Arlo, qui presente alle backing
vocals): queste esperienze hanno forgiato il carattere forte di Unity
Lodge, un debutto coi fiocchi, che dispenserà un sapore antico
a coloro che non si sono dimenticati quella stagione gloriosa del rock
californiano. La voce è dolce e fragile quanto uno Young d'annata
ed in alcuni punti la somiglianza si fa imbarazzante (l'elettrica Frontage
Road è puro Crazy Horse sound), ma le canzoni sono asciutte
e reggono il confronto fino alla fine, senza inutili orpelli.
(Fabio Cerbone)
www.johnnyirion.com
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