Torna all'Archivio

Jim Roll - Inhabiting The Ball Telegraph 2002

Scordatevi Lunette (2002). Con il suo work in progress, Jim Roll sta sconfinando dai terreni dell'Americana più pura per dedicarsi all'evoluzione di testi e musica: da Chicago, passando attravenso il sound '80s dei Bald Willies, per finire alle ottime critiche dell'album precedente, il songwriting e gli arrangiamenti stanno mutando in continuazione. A tratti rumoristico (vedi la waitsiana Killjoy), a volte noise e, sempre, con lo sguardo rivolto al rock and roll (per Blue Guitar e la easy listening Bonnie And Clyde), Inahbiting The Ball è un progetto concreto e convincente. Roll intorno a sé ha voluto unire musicisti completi come Chuck Prophet (in uscita in questi giorni con No Other Love, un'ottima conferma solista) e Brian Deck, e scrittori raffinati, del calibro di Rick Moody e Denis Johnson, per fotografare piccoli capolavori di musica e parole (In The Flight Magazines, chitarristica con influenze Rolling Stones su tutti), estratti folk votati al più nostalgico Neil Young (You, brano basato sui riflessi di Incognito Lounge, romanzo di Denis Johnson datato 1982), e ballate country, tutte composte in solitaria, come Kicking At The Traces ed il masterpiece Eddie Rode The Orphan Train. Le otto collaborazioni presenti in Inhabiting The Ball trovano una concreta soluzione in Desperado In The Parking Lot: brano rurale, dal suono californiano della grande depressione e con il banjo a guidare la melodia, costruita attorno ad alcuni frammenti di Already Dead: A California Gothic (1998), romanzo del solito Johnson. Inhabiting The Ball è un album totale, che si candida per la palma del migliore di questo 2002.
(Carlo Lancini)

www.jimroll.com