Per
strani giochi del music buisness, e in fondo nemmeno tanto indecifrabili,
un disco assolutamente "intransigente" come Blue Country
Heart riesce addirittura a smuovere gli interessi di un colosso
come la Columbia. Dopo le oltre quattro milioni di copie vendute dalla
colonna sonora di O Brother Where Art Thou , composto in sostanza da vecchia
musica country&folk, anche Blue Country Heart ha potuto materializzarsi:
quanta malizia si nasconda dietro poco importa e così Jorma
Kaukonen si è portato in sala di registrazione mostri sacri
come Jerry Douglas (dobro), Sam Bush (mandolino, fiddle)
e Bela Fleck (banjo) ed ha mostrato un parte sconosciuta del suo
volto di musicista. Inutile sottolineare che la sua tecnica chitarristica
si è adattata subito alle esigenze. Si
tratta di un progetto da tempo vagheggiato per Jorma: chiudersi in un
studio di Nashville con la crema dei musicisti di estrazione tradizionale
e registrare uno splendido omaggio alla vecchia country music. Blue Country
Heart è in realtà qualcosa in più di un semplice
tributo ad un epoca in cui la folk music era l'anima di un intero popolo:
le radici blues che da sempre accompagnano il chitarrista californiano,
prima esponente della rivoluzione di Frisco con i Jefferson Airplane,
poi indomito riscopritore della tradizione afroamericana con gli Hot Tuna,
si riversano in un disco che attraversa i generi definibili "old
time". Dal bluegrass al country-blues è un continuo susseguirsi
di emozioni in chiave acustica: dalle cover di Jimmy Rodgers (Waiting
For a Train, Those Gambler's Blues), figura alle origini di
tutti gli storyteller d'America, attraverso una lunga serie di traditionals
ed autori in gran parte dimenticati, il disco è colmo di blues,
ma nel senso più ampio del termine: Red River Blues, Bread
Line Blues, Tom cat Blues e persino un Prohibituion Blues
sono il cuore di un'America rurale, che sarà anche diventata una
moda riscoprire, ma è l'unica per cui vale la pena spendere un
po' di attenzioni.
(Fabio Cerbone)
www.jormakaukonen.com
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