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Peter Keane - Milton Street Broken White 2002

Partiamo da qui: Milton Street, come del resto ogni lavoro discografico di Peter Keane, non è un album interamente sorretto da composioni originali. Non che questo sia un demerito, Anzi. Milton Street ha la forza di basarsi su capisaldi folk-blues (Get Yourself Another Fool o Shuckin' Sugar), per appoggiare su di essi ottimi brani a base cantautorale (Everything But You). Traditional come le bellissime I Wish I Was In Heaven Sittin' Down e Candyman, entrambe ricche di atmosfera cotton field e legate alla memoria di musicisti come Robert Johnson e Blind Willie McTell, sono i veicoli che traghettano il suono verso la passionalità e il songwriting tipico di Keane, di stampo folk blues e depositario della pesante eredità roots (pagata con Countin' On Delilah e Who Is That Man). Musicalmente vicino ad artisti del calibro di Bill Morrissey e Eric Bibb, Keane dissocia notevolmente dal contesto nel quale si trova ad esprimersi: Austin, città dalle tradizioni country-rock e blues, non è il posto più adatto per promuovere un genere in bilico fra la contea americana e le vie fumose di New York (presenti nelle note di I Wanna Be Your Lover, composizione inedita di Bob Dylan datata 1966). Originario dell'Ohio, Peter Keane riesce comunque a conservare le radicate venature musicali della propria terra, modellandosi addosso, nota dopo nota, un genere di matrice nera come il folk blues. Brani del calibro di Shorty Said e Wind's Gonna Blow My Blues Away sono esempi di notevoli capacità fingerstyle accompagnate ad una voce roca ed appassionante, ispirata ed in linea con le melodie proposte.
(Carlo Lancini)

www.peterkeane.com