La
sigla Kev Russell's Junker nasconde in realtà l'esordio
solista di una delle menti principali del progetto Gourds, sgangherato
combo country-rock texano, di cui si siamo recentemente occupati su queste
pagine, in occasione del loro Shinebox.
Assai meno confusionario del suddetto disco, Buttermilk & Rifles
è un debutto che possiede parecchio fascino, perchè riesce
a cogliere perfettamente lo spirito ed il significato del concetto Americana.
Si tratta in gran parte di una sbilenca raccolta di old-time music
e rozzi rock'n'roll, trattati con un atteggiamento informale, un poco
schizzato e tuttavia estremamente ligio ai dettami della tradizione. Si
mantengono intatte le caratteristiche del personaggio, le stesse che hanno
imposto lo strampalato nome dei Gourds tra le realtà più
eclettiche di Austin: Buttermilk & Rifles non ricerca l'omogeneità,
spiazza e cambia continuamente rotta. Kev si fa aiutare nell'intento da
una folta schiera di amici, la crema del giovane movimento alternative-country
di Austin (tra gli altri John Dee Graham e Max Johnston)
e mischia con assoluta impudenza mandolini, banjo, chitarre elettriche,
trombe e basso tuba in una festa di suoni di confine e canzoni ubriache
(sentitevi la spassosissima e delirante I'm a robot). Virgin
of the cobra introduce questa pazza raccolta con movenze alla Rolling
Stones e ritmiche funky-rock'n'roll, l'elettricità deborda in Ashes
in M'beard, ma con la candenzata Twilight of song e soprattutto
grazie alla tensione folk-blues di Way fallen stranger finiamo
dritti in territori decisamente traditional. C'è pure lo spazio
per inframmezzare con qualche strumentale in odore di bluegrass (Shoetie
rag) e ripescare un gioiello old-time a firma Carter Family quale
No more the moon shines on Lorena, prima di chiudere il sipario
con le movenze black e la ritmica scomposta di Blackfoot, indubbiamente
il brano più coraggioso dell'intera raccolta, che, detto per inciso,
è quanto meno stimolante.
(Fabio Cerbone)
www.munichrecords.com
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