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A.A.V.V. - This Is Where I Belong
The Songs Of Ray Davies and The Kinks Rykodisc 2002

Partecipare ad un tributo di cui tu stesso sei l'oggetto dell'attenzione di altri interpreti non è facile: Ray Davis, oltre alla sua presenza con un duetto in compagnia di Damon Albarn per il classico Waterloo Sunset, ha seguito This Is Where I Belong fin dalla sua nascita. Il risultato non può che essere notevole ed il progetto merita considerazione ed attenzione: il motivo è insito in ogni canzone. Ovviamente il cast non è da sottovalutare, ed oltre al già citato Damon Albarn, troviamo Steve Forbert, Cracker, Yo La Tengo, Lambchop, Josh Rouse e tanti altri. Di notevole interesse è anche la vastità di generi che si sposano perfettamente con la musica e le parole di Davies e dei suoi Kinks. Ogni artista reinterpreta, chi più e chi meno, in modo molto personale ogni singolo brano, basti pensare alla solare No Return proposta da Bebel Gilberto o al country Hankiano di Tim O'Brien e della sua visone di Muswell Hillbilly.


Le Canzoni:
L'album parte a ritmo di rock con i Fountains Of Wayne che reinterpretano Better Things, per poi passare al folk-rock e alla voce inconfondibile di Steve Forbert per la bella Starstruck. Jonathan Richman (in una leggera versione di Stop You Sobbing) e Bebel Gilberto ci traghettano verso l'arrangiamento proposto da Josh Rouse per A Well Respected Man: l'inizio lento ed acustico lascia spazio ad una sorta di folk-pop che da una rilettura decisamente personale del brano... e bravo Josh. I Cracker e i Queen Of The Stone Age ci regalano due estratti di rock tradizionale per Victoria, i primi, e Who'll Be The Next In Line, i secondi. La Big Sky di Matthew Sweet è una ballata parlata, evocativa degli anni sessanta, mentre Art Lover, riproposta dai Lambchop, sembra un outtake di Is A Woman. L'energia della chitarra elettrica scorre fra le note rock di Picture Book riletta da Bill Lloyd e Tommy Womack. Tanta energia anche per la 'Till The End Of The Day dei Fastball, mentre il country più puro (a ricordare Hank Williams, come già detto) ha il sopravvento nella versione di Muswell Hillbilly di Tim O'Brien. Per Ron Sexsmith si apre una parentesi diversa. Infatti il cantautore canadese è l'unico che, a differenza dei colleghi i quali hanno adattato i brani al loro modo di fare musica, si immedesima a pieno nelle sonorità proposte da Ray Davis, facendosi trascinare in una This Is Where I Belong che stravolge i canoni a cui ci aveva abituati, tutto per una ballata vitale ed elettrica. Intrigante è la versione pop che i The Minus 5 cuciscono addosso a Get Back In Line, mentre gli Yo La Tengo ci regalano una Fancy con la chitarra a ricordare i Velvet Underground. La chiusura è affidata alla premiata ditta Davies-Albarn (due generazioni a confronto?) per una live version acustica di Waterloo Sunset datata 1995. This Is Where I Belong può intendersi come il modo migliore per riavvicinarsi ai Kinks e al songwriting di Ray Davies, un grande.
(Carlo Lancini)

www.rykodisc.com