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Lucero - Tennessee Madjack 2002

Il terreno è sempre quello dell'Alt-Country, ma con una marcia in più. I Lucero, rivelazione di questo finale d'anno, non hanno stravolto i canoni di un filone sull'orlo del precipizio, ma hanno saputo dare, con semplicità, tenacia e capacità compositiva, una ventata vibrante al genere, fondamentale per scongiurare una débacle. Tennessee, secondo album per la Madjack Records dopo un lavoro totalmente autoprodotto e distribuito, è il disco che non ti aspetti: nato dalla mente e dalle parole di Ben Nichols (chitarra e voce), si sviluppa attorno a chitarre loud, grinta e arrangiamenti curati e penetranti. Cody Dickinson (membro dei North Mississippi All Stars, amico da sempre della band e da sempre loro produttore) contribuisce con pianoforte ed esperienza a dare forma ad un suono già solido di suo, facendo correre liberamente l'indisponente ed aggressiva vocalità di un Nichols ispiratissimo. Ed è proprio lui, con un'impostazione punk (derivante dall'esperienza con i Red 40, una bar band dalla notorietà pressoché nulla), a dare spessore e significante sfacciataggine a brani come Sweet Little Thing e Starlight Diner, dall'intro moderato o acustico, sviluppati nota dopo nota lungo binari chitarristici "stop and go" e sincopati. Il rock diretto di Chain Link Fence ed il sound desertico di Slow Dancing fanno a pugni per regalare una visione ampia delle intenzioni dei Lucero, raggruppate poi in ballate come Nights Like These, I'll Just Fall (con una chitarra elettrica graffiante sovrapposta ad archi d'atmosfera) e la pianistica Fistfull Of Tears. Banjo ed organo, presenti sì ma non eccessivamente, sono strumenti fondamentali per mantenere un'integrità old style e per tracciare direttive semplici sulle quali poggiare liriche da autentici storytellers. Tennessee è un album che non deluderà.
(Carlo Lancini)

www.lucerofamily.net