Ha un curriculum talmente ricco di spunti, da fare invidia a chiunque:
Lisa Mednick è una musicista che non conosce un punto fermo
e continua ad accumulare esperienze. Cresciuta tra Boston e Washington,
da qualche anno ha legato il suo nome alla scena cantautorale di Austin:
fisarmonicista e pianista molto ricercata, ha prestato servizio per alcuni
songwriter di prima classe quali James McMurtry, Ray Wilie Hubbard, Alejandro
Escovedo e condiviso una parte del suo cammino con altre giovani autrici
come Juliana Hatfield e Tanya Donnelly, ritagliandosi di tanto in tanto
uno spazio per la sua incerta carriera solista. Semaphore
è solamente il secondo lavoro, che segue a lunga distanza l'esordio
del '94, salutato con parecchi favori dalla critica. Gli anni di silenzio
sono troppi, nonostante lei abbia continuato a suonare nei dischi degli
altri, e questo non aiuta certo a rinsaldare il suo nome tra le giovani
promesse del cantautorato al femminile. La Mednick dovrebbe scegliere
un preciso indirizzo e credere di più nei propri mezzi: la collaborazione
con Greg Leisz, Kevin Carroll ed altri esperti musicisti della scena di
Austin andrebbe sfruttata meglio e con più costanza. Il suo raffinato
impasto pop-rock (vicino per sensibilità a certe cose di Natalie
Merchant) e ballate folkie (tra le migliori Sad Lousiana waltz)
si allontana dai ruspanti prodotti roots cittadini, affascina a tratti
(Stranger, No more rain) e ammorba parecchio in altri momenti,
pagando il prezzo di una voce monocorde e di atmosfere fin troppo simili
fra loro, sempre raccolte sul filo di fragili sonorità elettro-acustiche.
Tanta classe e poca anima.
(Tommaso Piccoli)
www.texasmusicgroupinc.com
|