Cercare, come qualcuno ha fatto, nella musica dei Lincoln riferimenti
forzatamente d'oltreoceano sembra quantomeno eccessivo. E' evidente che
le origini anglosassoni influenzano solo in parte il sound della band
di Alex Gordon, ma è altresì palese che se di America si vuole
obbligatoriamente parlare, il rapporto va fatto con il confidential country
dei Lambchop. Pur avendo una struttura più diretta e quindi meno ricca
di artifizi rispetto a quella dei colleghi di Nashville, la musica di
Mettle, album pubblicato ancora per la Narwhal, si sviluppa
attorno a rumori soft, ovattati e modellati da fiati e da chitarre elettriche
pizzicate. Il grigiore è di casa e le atmosfere vengono rese familiari
dall'intreccio di voci, maschili e femminili. Se Alex Gordon è impegnato
a trecentosessanta gradi, dalle tastiere alle chitarre e dalle liriche
al canto, Tracy Van Daal, chanteuse impareggiabile, si ritaglia
uno spazio fondamentale, grazie al quale la sua voce diventa protagonista
nelle tre ballate simbolo del disco: Crooked Smile, al controcanto
per rendere l'atmosfera acustica ancor più gioviale, Blood On The Streets,
brano che ricorda alcune melodie dei Cowboy Junkies, e Never See London
Again, struggente pezzo farcito da archi e fiati pallidi e freddi
nello spirito. Le tre canzoni, degne di menzione per l'accattivante passionalità,
sono circondate da melodie notturne e ghost (come i quattro intermezzi
e la strumentale Ghost Cat), minimaliste (Mettle) e malinconiche
(My Reasons Are My Own). Se il primo approccio risulta difficoltoso,
il secondo ascolto regala sensazioni positive rendendo il taglio musicale
ampiamente avvolgente ed indicato alla stagione.
(Carlo Lancini)
www.thesoundoflincoln.co.uk
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