Pur essendo tutti concordi nell'inquadrare il live come dimensione ideale
per la musica di Monte Montgomery, tuttavia non si può non sottolineare
che l'approccio ad un doppio disco dal vivo è una scelta alquanto audace,
soprattutto se rapportata ai soli tre album da studio. Inquadrandolo all'interno
di un ambiente ispirato da blues e country, il musicista di Austin (d'adozione
perché nativo di Birmingham, Alabama) è l'ideale punto d'incontro fra
gli esecutori aggressivi votati all'heavy blues texano (Van Wilks, per
esempio) e gli accondiscendenti, cioè coloro che sviluppano lo strumento
in modo totale e sconfinato, quasi morboso. Monte Montgomery è questo:
aggressivo quanto serve, lasciandosi al contempo trascinare dalla vasta
gamma di suoni che la chitarra è in grado di produrre. La sua maestria
è senza limiti e qualche volta fuori luogo, causa di improvvise variazioni
su temi lineari e spesso fine a se stessa (gli undici minuti di Love
Come Knockin'), semplicemente dimostrativa. Live At The Caravan
Of Dreams, perché è di questo che stiamo parlando, palesa quanto
detto: se la fluidità di Set Your Free viene stravolta dopo cinque
minuti da assoli no limit, l'aggressive-blues di River e Soldier
sono testimonianza di virtuosismo acustico raro e accattivante. L'impronta
vocale è voluminosa, un pennello per tracciare suoni colmi, oltre che
di una strumentazione canonica (Chris Maresh, basso, e Phil
Bass, batteria), anche di percussioni (Lonnie Trevino e Michael
Urdy) ben inserite all'interno della struttura. Variazioni sul tema
e stravolgimenti sono all'ordine del giorno, sono nel DNA di Montgomery
e sono testimonianza dell'audace e spregiudicata passionalità che finisce
per sfociare in una cover altezzosa com'è Romeo And Juliet (M.
Knopfler):qui il nostro si perde nei meandri di un assolo che entra ed
esce dai binari e che poi lascia andare la voce in modo istintivo per
tredici minuti di chitarra e voce. Centotrenta minuti sono forse troppi;
comunque restano l'unico veicolo per apprezzare Monte Montgomery dal vivo
e poter leggere fra le righe di un artista ispirato da mostri sacri del
songwriting, come Van Zandt, e da chitarristi raffinati quali Mark Knopfler
e Bruce Cockburn. Il suo fingerpicking è quanto di meglio ci sia attualmente
sulla piazza; deve solo imparare a dosarlo.
(Carlo Lancini)
www.montemontgomery.com
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