Si è preso tutto il tempo dovuto Gurf Morlix prima di avviare
una incerta carriera solista: dalle parti di Austin è una piccola
leggenda, produttore aprezzato nel circuito roots e chitarrista dal tocco
raffinato e riconoscibilissimo, al fianco di Lucinda Williams, Ray Wilie
Hubbard, Tom Russell e molti altri. Fishin' In The Muddy
lascia tuttavia l'impressione di un passatempo nelle sue numerose attività,
come se non fosse del tutto convinto di spiccare il volo, e vista l'età
non più giovanissima, ne avrebbe tutto il diritto. Questo nonostante
la qualità medio-alta del materiale qui raccolto: Gurf Morlix non
possiede certo una voce da fuoriclasse, incerta e un poco monotona, è
il suo tallone d'Achille, ma riesce a sopperire alle magagne con gusto
e sobrietà negli arrangiamenti. L'intruglio di radici country-blues
debitamente elettrificate, con una chitarra gracchiante e twangy sullo
sfondo, è il suo marchio di fabbrica: non cerca il gesto plateale
e il solismo, gioca sui chiaroscuri, su pigri fraseggi alla J.J. Cale
(da sentire la somiglianza in I'm hungry and I'm cold), creando
un affascinante roots-rock da tramonto texano. Quando ribolle la temperatura,
spunta un rock'n'roll paludoso dalle sfumature bluesy (la stessa title
track, Big eye, Your picture), fin quasi southern nel finale
di Let the rhythm rule, che richiama un altro outsider e chitarrista
d'eccellenza come Bo Ramsey. Torn in Two e How to be sono
ballate che hanno il respiro dei grandi spazi della frontiera, spezzano
la tensione e provano a inseguire la poesia di Tom Russell. Accanto a
Morlix, unico autore e produttore di se stesso, pochi fidati compagni,
l'hammond di Ian McLagan (ex Small faces ed ora con Billy Bragg)
e la batteria di Rick Richards. Tutto fatto in casa, tutto decisamente
genuino.
(Fabio Cerbone)
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