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Elliott Murphy - Soul Surfing Blue Rose 2002

Bluastro, elegante e timidamente elettrificato, Soul Surfing prosegue con convinziione l'ultimo percorso artistico inaugurato da Elliott con lo spettacolare Beauregard del '98, davvero uno dei dischi più affascinanti ed aggiungo, purtroppo, snobbati degli ultimi anni in materia di rock d'autore. La differenza nella "carriera" ai margini di Elliott Murphy sembra averla fatta proprio quel lavoro, sul quale continuano in qualche modo a modellarsi i suoi recenti, ripetuti sforzi solistici. Il rischio è innnazi tutto una certa inflazione: nel giro di un paio d'anni abbiamo avuto l'ottimo live acustico April, l'altrettanto dignitoso Rainy Season ed una collaborazione di spessore con Ian Matthews ne La Terre Commune. Scontato attendersi dal nuovo Soul Surfing lo stesso impasto elettro-acustico (nell'occasione molto più acustico invero) che sposa cantautorato folk-rock di scuola americana con inevitabili suggestioni da chansonnier europeo (Eiffel tower blue, Strangers on a train), vista la stabile permanenza del nostro in quel di Parigi. Canzoni dal passo vellutato, la chitarra che conduce la melodia, quella del fido e bravissimo Olivier Durand a ricamare di fino, l'aggiunta di calibrati interventi alla tastiere ed alla fisarmonica da parte del bravo Kenny Margolis (Willy de Ville e Cracker tra i tanti) ed il gioco è fatto. Un disco di una serena maturità, scorrevole quanto si vuole, ma onestamente lontano dall'ispirazione del citato Beauregard, a volte eccessivamente di maniera. Murphy appare in generale arenato su certe intuizioni e a poco valgono motivazioni di budget ridotti: a volte si ha la netta sensazione che un lavoro più articolato in fase di arrangiamento avrebbe giovato ad innalzare l'impatto medio di queste canzoni. Ciò non toglie che brani quali Irish Eyes, la classica Come on Louann o la rilettura di Hold on di Tom Waits conservino un fascino indiscutibile, soprattutto per le capacità interpretative di Murphy.

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