Sono il fenomeno del momento nel campo del bluegrass revival: qualcuno
si è preso la briga di incatenarli al genere, qualcun altro ha
preferito inserirli nel calderone delle jam bands, di sicuro resta il
fatto che i Railroad Heart sono una delle realtà più
eclettiche del momento nell'universo Americana, pieni di idee brillanti.
Troppo comodo liquidarli come semplici restauratori del verbo dell'old
time music, e basterebbe persino un ascolto un po' distratto di Bird
In a House, esordio per la prestigiosa Sugar Hill dopo le scintille
scatenate con The Black Bear Sessions, per rendersene conto. Sono in sei,
a cui va aggiunta un'intera sezione fiati, suonano divinamente e scalpitano
con una perizia strumentale da fare invidia ai musicisti più navigati:
nascono da una costola dei From Good Homes, una delle band più
popolari in questi anni nel New Jersey, da cui hanno ereditato
una mentalità aperta ed un gusto per un'improvvisazione continua,
ma restano distanti anni luce dai pretenziosi voli pindarici delle jam
bands. Todd Sheaffer, voce, chitarra e leader dei Railroad Heart
guida il grupp fuori dal coro, mischiando le radici country degli appalachi
con le ballate antiche dei Byrds periodo Sweetheart of The Rodeo (la splendida
title track, Give That Boy a Hand, Mighty River) un bluegrass
robusto e frizzante (Drag Him Down) con i profumi d'Irlanda (Mountain
Time, Walk On By) in un disco gioviale e romantico. Il sound
è forzatamente acustico, ma mai ripetitivo, merito di arrangiamenti
e musicisti che fanno della versatilità una regola costante (tra
mandolini, fiddle, dobro, banjo spuntano anche trombe, clarinetti, ukulele
e flauti...) E' proprio grazie a queste caratteristiche che il disco non
fa pesare minimamente i quasi settanta minuti della sua durata.
(Fabio Cerbone)
www.railroadheart.com
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