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Josh Rouse - Under Cold Blue Stars Slow River/Ryko 2002

Di disco in disco Josh Rouse rivela un effettivo e costante affinamento della sua sensibilità pop elegante e notturna. Under Cold Blue Stars non si discosta in fondo enormemente dallo stile vellutato ed intimista dei precedenti lavori, anche se si accentuano le tonalità più ricercate della sua scrittura. Un raffinato folk-pop d'autore, con arrangiamenti semplici e minuziosi al tempo stesso (merito della nuova produzione di Roger Moutenot), qualche inoffensivo abbellimento dell'elettronica, tra tastiere minimali e calibrati inserimenti di parti campionate, ma soprattutto canzoni soffici che inseguono quell'incrocio di tradizione e modernità portato avanti da altri giovani talenti del pop-rock americano. Scorgiamo infatti tra le note una comunanza di intenti con la strada percorsa ultimamente da Jeff Tweedy e dai suoi Wilco (Ugly stories avrebbe fatto un figurone su Summer Teeth), anche se il feeling notturno, tra tentazioni soul (Nothing gives me pleasure) e cadenze jazzate (la stessa title-track), che scaturisce da molti di questi brani, può a volte ricordare una versione più aggraziata dell'ultimo Joe Henry, altro geniale alchimista di suoni antichi e moderni al tempo stesso. Atmosfere raccolte e malinconiche, parecchi guizzi pop di gran classe (Feeling no pain è un buon esempio) alternati a ballate umide (splendide Summer kitchen ballad e Women and men), in cui gli inserti degli archi e della tromba sono la carta vincente di questo triste e raffinato songwriter del Nebraska, che sembra riflettere in un modo del tutto non convenzionale la desolazione della sua terra.
(Fabio Cerbone)

www.joshrouse.com