A
distanza di due anni dal debutto solista di Wicked Savoir (2000), Kirk
Rundstrom ci riprova con Blue China, album chitarristicamente
aggressivo, nel quale si intersecano le tradizioni di banjo e mandolino,
l'elettricità heavy ed una confusione di voci (quella dell'artista sempre
accompagnata, a tratti eccessivamente, da Myshkin) fra il gitano
(John Farmer) e la west coast anni sessanta (per Coming Home
e Thief). Kirk si avvale, per gran parte dei quindici brani del disco,
del compagno d'armi di sempre, il chirattista Eric Mardis. Insieme
fin dai tempi dei Split Lip Rayfield, i musicisti fondono due scuole
spesso in contrasto fra loro, ottenendo un effetto musicalmente spiazzante,
evidente in brani come Salena, Gentleman e Coming Home,
in cui le chitarre vengono spinte all'estremo, in una sorta di nu-metal,
mischiando le carte ben distribuite dalle sonorità acustiche d'introduzione
e di sottofondo. Sulla scia di un songwriting molto mainstream e di brani
come Thief, Nation e Stranger (nei quali non compare
Mardis) l'album viene accostato, prematuramente, alla country music, tentando
quindi di far passare in secondo piano la confusione di chitarre e le
contaminazioni caraibiche (quelle di Cherry, scritta ed interpretata
interamente da Myshkin), dando così una lettura sbrigativa delle innumerevoli
sonorità che Rundstrom tenta di far confluire nei cinquanta minuti di
Blue China.
(Carlo Lancini)
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