In
vent'anni di carriera Jason and the Scorchers hanno raccolto più
titoli per definire il loro stile: cow-rock, country punk, alternative
country e altre amenità di questo genere. Sarà perché vengono dalle parti
di Nashville che qualcuno gli ha appioppato simili definizioni, ma ascoltando
Wildfires+Misfires (two decades of outtakes and rarities),
non ci sono dubbi: abbiamo tra le mani vent'anni di grande rock con chitarre,
batterie e quant'altro necessario. Non a caso, la prima canzone è una
dichiarazione: Absotulely Sweet Marie da Blonde on Blonde di Dylan.
La Dolce Maria di Bob Dylan girava sul piatto in circa cinque minuti;
qui suonata alla maniera di Still Standing se arriva a durare la
metà è già tanto. Solo i fratelli Ramones erano più bravi…. Non mancano
in effetti ballatoni con chitarre acustiche e cantati melensi, come Long
Black Veil ad esempio, rubata dalle session di Lost & Found
del 1984, e così capiamo perché allora non fu inserita nell'LP: non si
accoppiava bene con 19th Nervous Breakdown, altra cover di notevole spessore.
Ma a spazzare il campo da ogni dubbio ci pensano canzoni come Comin'Round,
gemella acerba di Crashin'Down pubblicata su Still Standing, Break
Open The Sky, rock allo stato puro, Window Town, quasi un tributo
a Steve Earle e Ruby Don't Take Your Love To Town cantata e suonata
con Rick Richards dei Georgia Satellites. A tener alto il livello
di country ci pensa il batterista cantando If Money Talks, ma a
conti fatti in questa miscela esplosiva il country arriva si e no al 10%,
con buona pace di quelli che a tutti i costi si devono inventare un genere
musicale nuovo… Un buon disco che ha un pregio, come pochi nel suo genere:
ci racconta storie che i dischi ufficiali della lunga carriera di Jason
& the Scorchers non hanno potuto raccontare.
(Giuliano Denti)
www.jasonandthescorchers.com
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