Tra i segreti più ingiustamente ignorati della fervida scena del
North Carolina, i Red Star Belgrade sono essenzialmente costituiti
da una coppia di musicisti tuttofare, i coniugi Bill e Graham
Curry, che hanno imposto il loro bizzarro nome (riferimento esplicito
ad una famosa squadra di calcio della capitale serba) come una delle formazioni
che meglio hanno saputo raccogliere il testimone dei mitici Uncle Tupelo.
L'interessante debutto del '98 (End
of The Line) mostrava infatti un torbido connubio tra le tonalità
depresse della nuova onda alternative-country ed il suono scheletrico
delle band post-punk primi anni ottanta. Stile sostanzialmente ripetuto
nel seguente Telescope,
ma con minore intensità, ed ora pienamente recuperato in Secrets
and Lies, con ogni probabilità il loro personale capolavoro.
La ruvida produzione di Tim Harper e Chris Stamey mette
in risalto il gracchiante incedere chitarristico delle band (oltre a Curry
si segnala la presenza di Rick Rizzo, già con Eleventh Dream
Day e Smog), un vortice di esplosioni elettriche figlie dei Dream Syndicate
e del Neil Young più infervorato (padri putativi di canzoni quali
Drowning e la stessa Secrets and Lies) che riducono al minimo
le primarie radici rurali della band di Bill Curry. Quest'ultimo è
davvero un interessante autore dalla scrittura a tratti acida, altre volte
malinconica, dotato per giunta di una affascinante e sgraziata vocalità.
Il nuovo corso che ha imposto è segnato da un rock'n'roll tagliente
e di basso profilo (l'ironica Insecure Pop Star, Atomized),
attraversato spesso da uno spirito punk (Artificial Lights), che
alterna vaghi profumi di psichedelia (la splendida ripresa della title-track
in stile Doors, definita Organ Blues) a desolanti ballate in cui
si incrociano i sapori roots della provincia e gli accordi scheletrici
dei Velvet underground (The Stalker Talks to The Jury, We Tried).
Un ritorno in grande stile.
(Fabio Cerbone)
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