Geograficamente
lontano dagli Usa, ma legato alle sonoritā acustice di Neil Young e Will
Oldham (alias Bonnie "Prince" Billy e alias tante altre cose), St.
Thomas, nome d'arte di Thomas Hansen, cavalca con disinvoltura l'ondata
folk-pop che sta travolgendo la musica britannica e scandinava almeno
da un paio d'anni. Sicuramente meno popolare dei connazionali Kings Of
Convenience e decisamente meno commerciale degli inglesi Turin Brakes,
il venticinquenne norvegese dimostra, lavoro dopo lavoro, di saperci fare.
Aiutato dai Bjorkhaug 49'ers (band di Oslo), il giovane Hansen
dā continuitā alle proprie opere e ricrea un sound dai difficili accostamenti,
se non nelle origini folk-minimalistiche. Prodotto dalla Racing Junior,
esperta etichetta del mercato scandinavo, I'm Coming Home,
come il suo predecessore (Mysterious Walks), non č un album semplice.
Le fondamenta acustiche, il songwriting fluido e semplice, un po' d'elettronica
(quasi impercettibile) di contorno e la voce che spesso risulta volutamente
stonata, sono le caratteristiche che accomunano ogni traccia dell'album.
Thomas, oltre a confezionare brani ben strutturati utilizzando armonica
(per The Cool Song e She Married A Cowboy), violino (in
Take A Dance With Me), tamburello (per una Goodbye Emily Lang
alla Spaghetti Western) e continui arpeggi di chitarra elettrica,
ravviva atmosfere invernali e melodie decadenti (forti in Failure
e nella title track) con la presenza di un accattivante cantato corale,
come per la bellissima Cornerman. I'm Coming Home, oltre a consolidare
le capacitā compositive di St. Thomas, dā la possibilitā di assaporare
sonoritā attuali, pur mantenendo vivo lo guardo verso il passato e le
tradizioni folk.
(Carlo Lancini)
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