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Linda Thompson - Fashionably Late Rounder/CRS 2002 1/2

Diciassette anni sono una vita intera, specialmente all'interno di un music buisness dove se non ti fai vedere in giro non esisti, ma il mondo attorno a Linda Thompson non sembra aver cambiato volto. Il tempo si è fermato in Fashionably Late, agognato ritorno solista dal lontanissimo One Clear Moment (era il 1985), o forse no, visto che segna un recupero profondo delle sue radici folk in antitesi proprio al precedente episodio, confuso debutto all'indomani della sofferta dipartita dal compagno Richard. Come se si dovesse riappacificare idealmente con tutto il suo passato e con il dolore subito, Linda ha chiamato a raccolta proprio Richard Thompson (alla chitarra elettrica) nella splendida apertura di Dear Mary, ballata country a metà strada tra la terra d'Albione e l'America. La comparsa di quest'ultimo resta però sfuggente, mentre il vero compagno d'avventura è il figlio Teddy, co-autore di molti brani e presenza costante alla chitarra acustica. La parata famigliare è completata dalla figlia Kamila, a cui si aggiungono gli amici di sempre, ovvero la crema del folk-rock inglese rappresentata da Dave Matthaks a Danny Thompson (lui non ha nessuna parentela), più il bravissimo John Doyle alle chitarre e la fisarmonica di Van Dyke Parks. Molti nomi, ma una sola voce a fare la differenza: è Linda Thompson la vera regina di un disco per niente accomodante o peggio ancora scontato. Certo, è quello che vi sareste aspettati da una autentica icona del folk-rock come lei, ma avreste immaginato il mantenimento di una tale forza interpretativa? La dolce malinconia di Miss Murray e No Telling, il clima autunnale di All I See, la palpabile tensione di Nine Stone Rig, la fierezza delle sue radici folk in Weary Life sono qui a dimostrarlo. Bentornata, sperando in un seguito meno sofferto
(Fabio Cerbone)

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