C'è
continuità nel coraggio con cui James Talley alimenta le sue canzoni.
C'è la dignità di chi si presta all'arte senza necessariamente pensare
di ricevere qualcosa in cambio, perché in trent'anni di carriera i suoi
dischi non hanno mai visto la luce delle classifiche. Forse è meglio così
perché è difficile pensare The Road To Torreon o quel piccolo capolavoro
che è Woody Guthrie And Songs Of My Oklahoma Home tra Britney Spears
e Madonna: con James Talley si scende nel profondo delle radici della
cultura americana, e si tratta di qualcosa il cui prezzo è relativo. In
particolare per Touchstones che è un album un po' speciale
sia per James Talley sia per chi deve ancora scoprirlo: si tratta di una
rivisitazione dei suoi principali standard, una specie di antologia di
nuove interpretazioni, eseguite con una rock'n'roll band veramente a denominazione
d'origine controllata. La spina dorsale è costituita dal gruppo di Doug
Sahm, alla fisarmonica c'è Ponty Bone e, special guest in W.
Lee O'Daniel And The Light Crust Dough Boys, c'è Joe Ely. Il
resto è tutto frutto della generosità di James Talley: sedici canzoni
che vanno da Tryin' Like The Devil a Bluesman (nella versione
originale c'era B.B. King alla chitarra) da Deep Country Blues
a Give My Love To Marie. Country & western d'autore e ballate che,
pur recuperate da un misconosciuto passato, brillano incontaminate: Touchstones,
come giustamente scrive Peter Guralnick nelle note introduttive, non è
frutto della nostalgia, ma della passione di una vita.
(Marco Denti)
www.jamestalley.com
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