Torna all'Archivio

John Train - Looks Like Up Record-Cellar 2001 1/2
 

Conosciuti in occasione dello speciale dedicato qualche mese fa alla Record Cellar di Philadelphia, i John Train (a dispetto del nome si tratta di una band, avete inteso perfettamente) compiono un evidente quanto inatteso balzo in avanti, mettendo a punto un delizioso gioiello folk-rock, che spicca tra le sorprese più appaganti di questo pungente inverno. Le tonalità evocative e bucoliche di Looks Like Up sono tra l'altro l'ideale compendio ad un tale clima, favorendo probabilmente l'assimilazione ed il lusinghiero giudizio finale sul disco in questione. Accantonate momentaneamente queste suggestioni ambientali, va riconosciuto senza mezzi termini che il talento intravisto nelle note del precedente Angels Turned Thieves si è trasformato in qualcosa di estremamente concreto, frutto di una sensibilità interamente attribuibile al bravo Jon Houlon, chitarra, voce ed autore unico del progetto John Train. Adagiandosi prevalentemente su sonorità elettro-acustiche, infarcito com'è di mandolini, dobro e steel guitars, Looks Like Up sposa le antiche radici dei monti Appalachi con la poesia di un folk-rock dalle reminiscenze seventies, tra il Bob Dylan di John Wesley Harding, i Byrds infatuati dal country più rurale e soprattutto l'indimenticabile e monumentale opera della Band. Senza arrampicarsi in pericolosi ed ingenerosi raffronti, numerose sono le suggestioni in comune, a partire dalla sezione fiati in Misery loves company e 500 miles, forse i due brani più commoventi del disco. Playground attraction e Lonely next door saltellano invece su dolci melodie country-rock, episodi tra i più vivaci della raccolta, altrimenti ripiegata sugli accenti rilassati di un folk rurale tanto struggente quanto intransigente (ottime If I'm gonna get blamed e Did you come by your bitterness honestly), dove ogni sfumatura non è lasciata al caso
(Fabio Cerbone)

www.record-cellar.com
www.trainarmy.com