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Che Columbus (Ohio) sia diventata la fucina di nuovi talenti? Questo,
per noi amanti dell'indie e sostenitori delle nuove generazioni, non può
che far piacere. Dalla nostalgia californiana anni settanta degli Ekoostik
Hookah al contemporary pop-folk di Fred
Haring passando per gli attuali Two
Cow Garage, il giardino di Columbus sta vivendo anche lo sbocciare
della Woosley Band, formazione al secondo lp nata da una costola
degli Hensley
Sturgis. Guidati dall'istinto compositivo e dalla verve di
Sean Woosley, i musicisti, tutti dalle indiscusse doti e dall'articolato
curriculum, danno sfoggio d'esperienza e veemenza, componenti queste di
tutto il lavoro che sta dietro a Marveling At The Rings.
I brani che lo compongono isolano dal contesto delle radici, sono invece
robusti spaccati rock (Carpenter, Famous/American, Locust/Milkbreath),
con le sei corde in evidenza ed un cantato non sempre dedito a forma e
melodia. Con Considering Mars e Timeout il disco parte devastante
sul muro di chitarre innalzato da Barry Hensley, P. Anderson
Gault e Rob Pilic, costante questa anche per una manciata di
altri pezzi, per poi concedere spiragli moderatamente ispirati dall'acustica
come Golden Goose, Short Arm e Downsizing Love.
Ad ogni passaggio del disco si avverte un certo riferimento (Neil) Young-iano,
governato istintivamente da alcuni feedback, dalla schiettezza delle chitarre
elettriche e da sottili soluzioni vocali, curate nei cori. Marveling AT
The Ring è un album diretto, fluido e senza fronzoli, la Woosley Band
è un'altra bella realtà di Columbus, Ohio. >>Leggi la recensione di Woosley Band - Sometimes Mighty Tranquilized |