L’ultimo lavoro del cantautore sardo.

PIERO MARRAS E IL SUO " FUORI CAMPO"

 

ROSALBA SATTA CERIALE    

  

 

Nell’ultimo lavoro del cantautore Piero Marras "Fuori Campo", musica e parole si sposano, ed anche l’ orecchio più distratto e meno allenato musicalmente comprende subito che si tratta di un sodalizio perfetto. Musica di qualità e testi poetici , dunque. C’è da stupirsi? Ebbene si! Dopo il suo precedente "Tumbu" –dove, alla magia di "Bae luna" si alternava, fra l’altro, la dolcezza di "Sa boche ’e Maria" e il malinconico ricordo di "Armidda" , fino alla forte e rabbiosa "Istrales"- noi , entusiastici e sinceri ammiratori del cantautore sardo, pensavamo che il meglio fosse stato già raggiunto, che oltre non si potesse andare. Quelle di "Tumbu" erano – e sono – pennellate d’ artista : giochi sapienti di note, flash riusciti di ombre e luci che risvegliano passioni, colori, profumi, odori intensi della nostra terra, dove il canto del vento "a l’iscurtare est una oghe interis", dove il sole dipinge nel cielo "succutos de luche" e dove emerge, forte, il desiderio di ricevere -noi, figli di una terra forte ma restia agli abbracci – "bazos in sos chizos". E adesso , dopo "Tumbu", in un crescendo che sa di continua revisione e maturazione… "Fuori campo". Due sole canzoni inedite, "Notte lituana" e "Si Deus cheret"- da brivido!- e poi nove tuffi nel passato musicale di Marras in un ripescaggio cha sa purtroppo (…o per fortuna?) di inedito per chi scrive, forse perché distratta o presa, ieri , da altri ritmi, altri suoni, altri volti. Distrazione imperdonabile, tanta e tale da domandarmi stupita dove fossi quando cantava "Diglielo tu Maria", "Il figlio del re", "Panni da lavare", "Rime ladre", "Chissà se fuori", "Plancton".Le sviolinate non sono il mio forte e detesto la piaggeria. In sintesi, non sono un’ adulatrice. Però è evidente che nel panorama musicale attuale, dove più spesso di quanto si pensi il successo dipende da fattori che poco o niente hanno a che fare con la capacità vocale, con la bontà dei testi e della musica, Piero Marras si distacca ed emerge – caso strano e per noi fortunato! – dal limbo del nulla e del chiasso martellante, per riproporre a gran voce, nel pentagramma della musica e della vita, creatività, calore e colore. Perciò l’abbraccio sincero all’ ultimo suo parto musicale, non nasce dalla simpatia e stima verso l’ amico ,ma dalla consapevolezza che bagnarsi e abbeverarsi , all’ occorrenza , nelle fonti limpide e cristalline dell’ arte vera, rende più forti e puri. Crea una corrente sinergica. Ci rende capaci di vedere oltre il limite del visibile.

Grazie per le ali Piero! Volare è stupendo!

(da "L’Ortobene")

 

Incontro con P.Marras e F. Satta 

 

Piero Marras e Rosalba Satta

Festa di San Giovanni Battista 1998