CUORE E CIELO NELL’ARTE DI TONINO RUIU

 

di

ROSALBA SATTA CERIALE

 

Dal 24 marzo al 10 aprile , nella Galleria d’arte moderna 13, a Cagliari, il pittore nuorese Tonino Ruiu, espone trenta opere inedite.

Parlare di inedito , quando si è quasi raggiunto il traguardo degli 80 anni, è , a mio parere, particolarmente significativo.

E’, infatti , sottintesa una vitalità e una robustezza interiore che,per quanto riguarda il Maestro Ruiu, conducono, inevitabilmente , a incontri corposi, intensamente vissuti e rielaborati, appassionatamente veri, emozionalmente forti.

Tonino Ruiu…stupendo artista capace, oggi più di ieri, di stupire lo sguardo e il cuore.

Io credo d’averlo ammirato da sempre. Da quando, ancora bambina , guardavo quel suo "pezzo" del monte Ortobene che era lì, davanti al mio letto e accompagnava il mio sonno e i miei sogni.

Riuscivo, attraverso poche pennellate, a "vedere" il vento, lo stormire delle foglie, il calpestio degli uomini e delle bestie, il volo degli uccelli…

Forse è nata allora la mia voglia di favola.

Forse è nata allora la mia voglia di dire in versi.

Penso , infatti , che le grandi passioni nascano da grandi emozioni, da incanti speciali . E se è vero – come è vero – che per volare è sufficiente avere le ali, è altresì vero che per scoprire nuovi orizzonti è indispensabile avere l’idea dell’infinito. Diversamente ci si ferma, o si vola intorno fino a stremarsi.

Tonino Ruiu è l’artista che scopre continuamente terre nuove e si incanta, che imbocca nuovi sentieri e non si perde, che corre e va oltre. Che vola, con i suoi dipinti e i suoi versi di seta!

"Cantate chitarre del cielo – scrive in una sua stupenda lirica – tra i rami del silenzio / c’è il mio cuore freddo / prigioniero del sogno".

"Non svegliatemi stanotte…/Lasciatemi carpire / il fresco aroma del silenzio".

E’ la poesia la tavolozza in cui Tonino Ruiu intinge il pennello che dà vita alle sue tele. I suoi versi sono un sussulto per l’anima.

Un mattino!

"Voglio tornare / ai miei cieli bambini /ai miei prati di nuvole/ impazziti di sole/ dove l’amore scava i fiumi/ con la sua bocca di pioggia".

A questi versi penso ogni qualvolta ho l’opportunità di "incontrare" con lo sguardo un dipinto di Tonino Ruiu.

Ai suoi versi vorrei che altri pensassero (la Mostra è un’ occasione ) nell’accarezzare le sue tele.

Là, tra quei colori e quei segni, c’è il suo cuore che "canta in un tripudio di luce" e il suo cielo che "iridato di porpora si scioglie in un prato fiorito di voli…".

(da "L’Ortobene")

 

Dipinto di Tonino Ruiu

"Tasselli cromatici"

 

 

A un Maestro

(a Tonino Ruiu)

 

di

Rosalba Satta Ceriale

 

dove la linea nasce

e s’imbeve di forma e di colore

…ci sei tu

che accarezzi bagliori teneri

di tramonti da favola

e di ginestre in fiore.

dove nasce il sapore

e lo stupore di sguardi tersi

…ci sono le tue mani

che frugano

tra gli anfratti dell’anima.

E dove l’ombra

si sposa con la luce e si confonde

si sente

-e il suo tepore accarezza il cuore-

il battito del tempo.

Si avverte il richiamo del vento

tra il respiro del verde

e l’ubriaco incedere di foglie

che vanno incontro all’arsura dell’ignoto

che dà senso alla vita.

 

"Paesaggio"

 

 

Dopo aver visto i tuoi dipinti e letto le tue poesie…

 

Così ti vedo…

(a Tonino Ruju)

 

di

Rosalba Satta Ceriale

 

E’ là

nelle tue tele

che il respiro del cielo

prende per mano il cuore.

E là

la purezza del volo,

la grande tenerezza

delle case di ieri,

e i sentieri del bosco,

e il rosso dell’autunno,

i tramonti,

ed il mare,

e il "vento palpitante",

e l’azzurra bellezza

del paesaggio solare...

E’ là

il lentischio

ed il mirto

e "i cardi e il fieno giallo" …

E’ là la luna.

La tua "luna di fonte"

…amica della vita

eterna ispiratrice di purezza.

E tutt’intorno

si muove la poesia…

I tuoi versi ribelli:

"l’ansia selvaggia

delle tue illusioni,

le tue rocce spogliate,

la chioma sciolta

della tua fontana".

La tua magia è il canto

sommesso e lieve

"d’ansie antiche"

"di fontane assetate"

"di piogge di silenzio"

"di esplosioni di sole".

Il tuo volare alto

il tuo planare

il tuo andare lontano

e ritornare

è qua :

dentro il cuore dell’uomo…

 

(I versi e le parole virgolettate appartengono a Tonino Ruju)

 

"Rocce"

 

 

L’isola accesa di Antonio Ruiu

Colori selvaggi e poesia

nell’istintivo pittore nuorese

Se c’è un pittore che riesce a tradurre la forma in colore, quello è Antonio Ruiu. Se c’è un artista che riesce a trasferire sulla tela le emozioni di un paesaggio vissuto e goduto in prima persona, quello è ancora Antonio Ruiu. Per vedere tanto spontaneismo raccontato col pennello basta entrare in questi giorni nella "Galleria13" d Cagliari, dove il maestro nuorese espone un’esauriente rassegna della sua opera: paesaggi e nature morte, boschi e marine, ritratti e fiori, persone e case. Un mondo non ricopiato e neppure inventato, espresso attraverso pennelli e spatole che conducono un’esperienza reale all’interpretazione spirituale.

"E’ certo un Ruiu che ha rotto con la tradizione di una Sardegna arcaica", scriveva di lui Foiso Fois negli anni Sessanta, ammirandone da una parte "l’entusiasmo per gli aspetti della sua terra" e dall’altra "il colore sentito di neo-fauve con piglio impressionistico". Carattere impressionista evidentemente sviluppatosi ed evolutosi lungo un percorso che ha portato ad una decisa scelta impressionista. Forse neppure una razionale scelta: piuttosto una naturale predisposizione d’animo istintivamente esternata. Salvatore Antonio Demuro ( che assieme ad Alberto Aime ha recentemente curato un’attenta ed elegante monografia stampata dalla Società poligrafica sarda) vede nel linguaggio di Ruiu "temi e tagli compositi fattoriani" che certo gli ricordano esperienze macchiaiole.

Così come Fattori, Ruiu non rinuncia al fascino del vero; ma se il pittore livornese non rifiutava il "disegno", l’artista barbaricino sembra invece escluderlo (a partire da una maturazione che ha valore di svolta negli anni Cinquanta) preferendo l’abbozzo dagli incerti contorni e le macchie

- queste si – cariche d’effetto. Macchie vivacissime di colori densi, stratificati, spesso violenti, che descrivono atmosfere reali vissute tuttavia con realismo principalmente emotivo. Un’inconscia operazione, si direbbe, di sintesi destoricizzante. E’ appunto Demuro ad osservare che "il risultato è l’avvicinamento alla realtà assoluta e atemporale del dipinto". Sono reali, ma d’eterna dimensione, le foreste e le campagne, i cieli e i mari, le case di Lollove e Olzai, le vallate olianesi , le donne in austera posa, i fasci di fiori : ogni immagine esaltata dall’accostamento di cupi ombre e trionfanti luci, intense accentuazioni di verdi, marroni, azzurri, gialli raramente domati da sfumature. Questa "Sardegna accesa" (Demuro) che Ruiu vede, vive e interpreta con selvaggia espressione cromatica permette anche a Stanis Dessy di trovare "ascendenti fauves" in un pittore cui riconosceva il dono di una "assoluta fede nella natura come fonte inesauribile di poesia": una fede capace di fornirgli "l’impeto lirico necessario a tradurre la realtà in fantasia".Così argomentava Dessy nel lontano 1966 e non è certo casuale che accanto alla collezione di Antonio Ruiu, il gallerista di via XXVIII Febbraio abbia allineato un’altra collezione di tutto rispetto : acquarelli e oli che appunto Stanis Dessy realizzò fra il 1928 e il 1980. Accostamento interessante e utile fra il maestro scomparso e l’ex allievo diventato maestro. Due stili, due tratti, due linguaggi differenti e assai lontani l’uno dall’altro ; due momenti didatticamente a confronto (offerti fino a Pasqua) di un Novecento pittorico sardo che non si può smettere d’ammirare.

Mario Manunza

(da "L’Unione Sarda")

 

Dipinto di Tonino Ruiu

"Paesaggio marino"

 

 

IL PERSONAGGIO

 

Ruju ricorda i grandi maestri

"Il mio? E’ stato Pietro Collu"

Il decano degli artisti.

 

Nuoro. A 78 anni l’artista Antonio Ruju può ritenersi , a pieno titolo , il decano dei pittori nuoresi. C’è da dire subito che Antonio Ruju - Tonino per gli amici - la pittura l’ha sempre avuta nel sangue fin dalla nascita. Risalgono infatti al periodo delle scuole elementari le prime esperienze artistiche del giovanissimo Ruju, seguito amorevolmente dal suo insegnante Sebastiano Dessanay (Bustianu ,come lui lo ricorda) , che per primo ne intuì le doti e ne incoraggiò la vocazione artistica.

Destano stupore a distanza d’anni i lavori di quel periodo; si tratta spesso di dipinti su materiali poveri ( visto i tempi), come masonite, compensato o cartone, ma dove si notano già la basi di un promettente ottimo artista; come un fuoco che cova sotto la cenere. Sono le prime creazioni di un Ruju non ancora quindicenne in opere come "Cesto di fichidindia", e soprattutto nel ritratto di "Sa mastra Ruju", i punti di partenza di quella che sarebbe stata una brillantissima carriera. Una carriera iniziata negli anni Quaranta , quando compie il gran balzo decisivo che determinerà la sua vita. Destinazione Roma , liceo artistico, per i primi approcci con l’arte figurativa, perfezionandosi quindi all’Accademia di belle arti diretta allora da Carlo Siviero.

"Tempi difficili – ricorda l’artista – erano gli anni della guerra che mi portarono all’interruzione della frequenza degli studi". Finalmente il diploma e il ritorno a Nuoro.

L’attività nuorese dell’artista si è sempre alternata tra la pittura e l’insegnamento del disegno nelle scuole locali. In seguito arrivò il successo. L’affermazione di Ruju è confermata dall’esito favorevole di numerose mostre a carattere regionale, nazionale e internazionale : a partire dalla prima tenuta a Nuoro nel 1943, poi quella di Macomer, Tempio, Olbia (I° premio nazionale). In seguito il balzo di qualità verso Roma (palazzo delle Esposizioni), Francavilla a Mare, Reggio Emilia, Cinisello Balsamo, alla Madison Gallery di Toronto, alla University di Hamilton.

Pittore dalle pennellate decise e sicure, esprime un’assoluta padronanza della tecnica, nel sapiente dosaggio dei colori con cui crea armonie cromatiche cariche di una suggestiva bellezza. E per dirla con Enzo Espa : "Tonino ha il dono di vedere le cose, di sentire le luci, e soprattutto la dote di vedere le cose belle nei soggetti più umili della nostra natura, una roccia, un cardo, è lo stesso : dove ad altri non riesce d cogliere una sola nota interessante". L’attività dell’artista prosegue. Lo troviamo nel suo studio sul centralissimo corso Garibaldi; è impegnato nella rifinitura di una "Marina di Baronia", un soggetto a lui tanto caro proposto in diversi quadri. All’artista, che ama parlare del suo passato, abbiamo chiesto: "Chi è stato il suo maestro?". "E’ stato Pietro Collu di Cuglieri, un grande pittore,purtroppo spesso dimenticato, che ricordo con riconoscenza e gratitudine ; un vero artista". E l’amarcord di Ruju continua sul filo della memoria, ricordando i grandi pittori attivi nella Nuoro del passato, a iniziare da Antonio Ballero (di cui serba un vago ricordo di ragazzo, essendo Ballero deceduto nel 1932), a Carmelo Floris, Giuseppe Biasi, Franco Ferrari, Giovanni Ciusa Romagna, e Bernardino Palazzi, con il quale rimese sempre legato da una profonda e sincera amicizia.

Recentemente, una pregevole monografia curata da Salvatore Antonio Demuru , ha tracciato un profilo di Antonio Ruju e della sua arte pittorica, con un risvolto inedito che presenta anche un Ruju poeta, che anche con la penna riesce a trasmettere gli stessi sentimenti che affida a colori e pennelli.

E intanto l’attività dell’artista prosegue , in programma una mostra a Firenze , a Palazzo Strozzi, e altre a Torino , Trieste, Mlano e Ferrara.

Michele Pintore

(da "La Nuova Sardegna")

 

 

Monografia di  Salvatore Antonio Demuro

Casa editrice "Società Poligrafica Sarda"

 

Tra i pochi libri da tenere stretti e coccolare, e collocare in un preciso punto della mia libreria in modo che siano sempre in vista e a portata di mano, c’è la stupenda monografia "Natura e colore nella pittura di Antonio Ruju" di Salvatore Antonio Demuru , stampata dalla Società Poligrafica Sarda. In verità non è un libro, è un piccolo ,caldo universo pittorico e poetico che assorbe il lettore e lo conduce in vie mai percorse prima, attraverso colori che sono versi e versi che sono pennellate sapienti e intense.

E’ un libro che parla e che racconta, che costringe alla sosta…perché la bellezza ,quando prende la mente e il cuore, inebria e ferma il passo.

E’ un libro da assaporare. E da rivisitare… quando si ha voglia di volo, quando si ha arsura di orizzonti sconfinati. Quando si ha sete di azzurro…

Rosalba Satta Ceriale

 

 

Dipinto di Tonino Ruiu

"Azzurro"

 

 

Quando il colore diventa profumo

di

Adriana Gerdina

 

Durante un periodo trascorso a Nuoro, ho avuto l’opportunità di visitare lo studio di Antonio Ruju e, dalla penombra fresca, la Sardegna mi si è spalancata davanti, nelle opere dell’artista nelle quali il colore si fa profumo e il profumo colore : incredibili sfumature di mare sottocosta, acque talmente limpide da lasciare immaginare i più minuti sassi del fondo, e alghe odorose di salsedine e di correnti, e il bianco spuma dell’onda che si spezza e si ricompone cento e cento volte, e l’ocra rosso bruno dorata della terra e della roccia, e gli azzurri caldi di un cielo che respira il Mediterraneo e il maestrale e asfodeli e ginestre e mirto.

Mi è sembrato di riandare all’Ortobene con i suoi sentieri ombrosi, il chiocciolio delle sue fonti d’acqua chiara, il verde mutevole di alberi e arbusti , e Baddemanna con il suo sapore di cadenze perdute, e la via Maggiore, stretta fatta per l’incontro e per il conversare sereno alla fine di una giornata, e case simili a quella di Grazia Deledda con il suo giardino segreto e intatto, e gli scorci che si allargano improvvisi, a ventaglio, alla fine di stradine incastonate tra muri rassicuranti color del tempo.

L’artista, splendido autore di ritratti e di arte sacra, è, sopra ogni altra cosa, pittore cantore della sua terra : pennellate ampie come il pensiero e altrettanto varie, libere e vibranti come vele tese, immagini in cui tutto scorre sul filo delle stagioni e delle loro mutazioni, e dei momenti cardine dell’esistenza : in una natura specchio si riflettono i ritmi ancestrali dei giorni del sentimento e la profonda bellezza dell’essenzialità . poiché ciò che basta alla vita e all’arte è la vita stessa.

 

"Primavera tra gli ulivi"

 

 

Pittura che diventa poesia

poesia che diventa pittura

di

Salvatore Ruju

 

Celebrando le nozze d’oro con l’arte – cinquant’anni di operosa attività – Antono Ruju, pittore nuorese, continua ad attrarre la nostra attenzione non solo per le tecniche suggestive del sup pennello, ma anche e soprattutto per i contenuti delle sue tele, che lo fanno apparire sempre più poeta della natura, del paesaggio, del mare. Nella rappresentazione d quest’ultimo appare particolarmente significativa l’esplosione di luci e di ombre, il contrasto dei colori, la loro lucentezza, il dosaggio sapiente ed ispirato dei toni, la gioia di proporre immagini del creato, policromie che hanno del fantastico e rispondono ad un’esigenza interiore del pittore-poeta di trasmettere un linguaggio personale, che mai abbandona , è vero, i temi cari del paesaggio sardo, ma insiste nel contempo nell’offrirci smaglianti tonalità di colore, che fanno vibrare d’ immenso il significato poetico, quasi religioso delle sue opere.

Pittura dunque che diventa poesia, poesia che diventa pittura, in una espressione di valori altissimi, che sono destinati a restare eterni, proprio perché fortemente ispirati al rapporto con la natura e con tutto ciò che essa rappresenta.

 

Dipinto di Tonino Ruiu

"Cristo"

 

 

La pittura di Ruju è nata dal silenzio…

di

Walter Abrami

 

Fu alla fine degli anni settanta che ebbi modo , per puro caso, di vedere a Trieste un’opera di Antonio Ruju ; corsero improvvise, nella mia memoria, le parole sincere di un anziano amico, da sempre pittore, che mi diceva :

"Ogni quadro che esce dal mio studio tra le mani di un acquirente ( devo pur vivere, sosteneva quasi per guistificarsi!), è come un figlio che parte senza far più ritorno."

Ebbene,anche il delicato, persuasivo, lirico paesaggio nuorese di Ruju, che mi stava davanti, mi sembrò un "figlio errante", nato dall’intensa commozione e dal profondo amore che l’artista aveva rivolto ad un modesto borgo della sua città. Il quadro era modulato su vaporosi grigi che, stesi con magistrale perizia tecnica, si amalgamavano ad altri colori nella raffinatezza delle campiture, dei toni; la tavolozza pertanto, risultava scarna solo all’apparenza! Una data, grumo pallido accanto alla firma, testimoniava che l’opera era del 1955. Provai, in quel preciso momento, e io credo con ferma convinzione, la stessa impotente malinconia che l’artista aveva vissuto nella contemplazione di quel luogo caro, di quello spazio, sensibile, più di altri, ai valori dell’atmosfera, delle tradizioni , della vita, in sintesi. Fui pervaso da una sensazione fuggente e per certi aspetti indefinibile; quasi da un’onda lieve o, meglio, dalla sua eco lontana, resa viva da un poeta, da un uomo che ha fatto dell’Arte la propria ragione di vita, subendone il destino e donando agli altri, a piene mani, la sua bellezza. Dalla materia di quello scorcio silente - nel quale pochi suoi concittadini collocati scenograficamente nella via appaiono fantasmi del tempo - ricevevo l’ impressione che il pittore si era devotamente inchinato alla sua Terra, ai suoi ricordi e , prima di trasporre i pigmenti sulla tela, era stato guidato dalla Fede in una dimensione percepita, misurata e tesa al sublime dal sentimento cristiano.

Caratteristica comune a tutta la sua pittura, se andiamo a ripercorrere cronologicamente un iter di cinquant’anni nei quali Ruju ha affrontato con lo stesso severo impegno generi pittorici diversi ugualmente amati : ritratti di amici, di persone vicine, di familiari, autoritratti ( si pensi a quelli giovanili eseguiti all’età di sedici, diciassette anni), nature morte, arte sacra. Osservai dunque con estrema attenzione quel quadro che mi piaceva carpendogli ogni pennellata, analizzando curioso la "pulizia" di trasparenti velature ma con il timore, tuttavia, di vanificare la prima emozione, l’incanto latente, ma vigoroso, epidermico, dell’impatto.

La pittura di Ruju mi lasciò, infine, un ricordo indelebile.

Questa occasione di scrivere qualche riga sul suo universo artistico, mi ha permesso di rivedere, tra numerose altre opere, anche il paesaggio urbano nuorese; le sue note di colore, a distanza di anni, vibrano come allora, ma non parlano più ad uno studente universitario, bensì ad un uomo che ama la pittura con maggiore consapevolezza poiché gli anni, la maturazione, accrescono le esperienze.

Gli splendidi oli eseguiti da Ruju ad Oliena, a Mamoiada, osservando il lavoro dei contadini nella Valle del Cedrino o i mandorli in fiore in quella di Baddemanna, ci raccontano di un’isola, della sua profonda cultura, delle origini della sua gente, della sua storia.

La pittura di Ruju è nata dal silenzio e nel silenzio rientra anche quando egli usa colori violenti in libere stesure di gialli zafferano, di cadmi chiari, di terra bruciata, di verdi smeraldini o di blu oltremare; colori di cui parlano le stagioni… E se la sua prima maniera fa giungere spontaneo il richiamo ai Fauves o a certa pittura di Ennio Morlotti, oggi Ruju ha trovato equilibri di sintesi pittorica in uno stile coerente e personale ; la sua continua volontà di migliorare, di confrontarsi con altri colleghi, è sempre animata da fervore giovanile.

Avvenne nel 1941 il suo debutto in una rassegna nazionale; proprio in quell’anno Ardengo Soffici, nelle pagine di "Selva", così scriveva:

"L’Arte comincia dove l’imitazione della natura è regolata dalla fantasia, dal sentimento poetico e volta all’espressione e alla bellezza mediante lo stile".

Le sono profondamente grato, caro pittore sardo, di avermelo fatto ricordare.

 

"Ulivi a Baddemanna"

 

 

Tonino Ruiu, l'arte sarda e il suo decano

 

di

Mariangela Contu

 

A distanza di dieci anni dalle ”nozze d’oro” con l’arte, Tonino Ruiu, il decano dei pittori sardi ha raccolto buona parte della sua produzione nel suggestivo studio di via Aspromonte, a Nuoro. Una mostra antologica di oltre 150 dipinti, tutti olio su tela, molti di notevoli dimensioni, inaugurata il 16 maggio e visibile ancora per qualche giorno.
La produzione artistica parla, con linguaggio limpido, di vocazione ispiratrice, espressività creativa, dinamismo evolutivo, autentica genuinità, sentimento poetico. Il tutto impreziosito da un gioioso gioco cromatico saggiamente e armoniosamente amalgamato. Una pittura che già al primo impatto, sprigiona una particolare maestosità, da cui traspare schietta, l’identità delle persone e delle cose. È lo scavare in profondità ogni angolo della natura permette all’occhio del pittore, di recepire tutto ciò che desidera offrirgli.
Per questo egli si lascia docilmente coinvolgere dall’aspetto caratterizzante dei paesaggi e delle montagne, dei boschi e delle valli, dei mandorli e degli ulivi, delle marine e delle scogliere, dei fiori e dei frutti, rincorrendoli, all’alba e al tramonto, per imprigionarli nelle sfumature più affascinanti dell’intersecarsi delle fasi stagionali. Nasce così l’arte della natura e del colore del pittore-poeta. «Il mio mondo è qui, fra queste rocce spogliate e selvagge, tra il verde cisto, i cardi e il fieno giallo», scrive Ruiu.
In ogni suo lavoro è evidente l’attaccamento alla terra di Sardegna e a quella barbaricina in particolare, di cui non tralascia di ritrarre la composta fierezza di donne e uomini, che indossano il costume della festa. E.che dire del sentimento religioso? L’occhio si inebria nella visione di emozionanti processioni, stazioni della Via Crucis, fra cui spiccano la Deposizione del Cristo e la Spartizione delle sue vesti. Accanto il volto impietrito, ma carico di speranza, della madre. L’aspetto pedagogico di Tonino Ruiu mira alla salvaguardia della natura e delle radici della cultura sarda, per consegnare uno spaccato di storia a respiro universale. La stessa che appartiene a ciascuno di noi e che sarebbe da irresponsabili lasciare in balia dell’oblio.