APRILE
PER LA SINISTRA
ASSEMBLEA COSTITUTIVA

 per una stagione di impegno a favore della PACE, della
SOLIDARIETA', della DEMOCRAZIA, dei DIRITTI delle persone

 


L 'intervento di Rosalba Satta Ceriale

 

Nuoro 3 dicembre 2002

 

Quella nella quale ci troviamo immersi è una realtà che, a mio avviso, dovrebbe costringere anche la persona meno attenta e coinvolta ad una riflessione seria.

La sensazione che si prova – che io, a momenti, provo- è quella di scoramento . E non perché manchino i punti di riferimento che ,a voler guardare, ci sono e, anche se non tantissimi, sono sufficientemente corposi e significativi, ma perché pare che ad avere il sopravvento sia la forza , il chiasso, il frastuono dei tromboni , gli inganni dei potenti, dei parolai e dei saltafossi di turno.

I pericoli sono due: quello, più grosso, di farsi trascinare - anche per forza di inerzia - "dalla musica del flauto magico" - col risvolto che tutti conosciamo - e quello di diventare preda dell’impotenza, nella consapevolezza che il cammino da percorrere per costruire "l’altro mondo possibile" (del quale anche altri parlano, e nel quale io fermamente credo) , è , oggi, un cammino estremamente difficile. Oggi più di ieri , perché oggi più di ieri siamo immersi in un incredibile sistema di comunicazione che rischia di renderci naufraghi perché se è vero, come è vero, che maggiore informazione significa maggiore democrazia , è vero il

contrario : minore informazione equivale a minore democrazia.

E informazione manipolata o distorta, significa furto della democrazia.

 

Che fare?

 

Stare a guardare, accettare l’inganno e farsi trascinare dalla "musica", o darsi da fare, nonostante tutto, per evitare di essere inghiottiti definitivamente dalla "montagna"?

Da soli o in pochi serve a poco.

Insieme e in tanti, si deve…per restituire forza al nostro passo e passione alle nostre idee . Per riappropriarci del nostro quotidiano , per discutere civilmente alla pari, per programmare il futuro dei nostri figli e la salute-salvezza del nostro pianeta.

Ma dove sono i miei, i vostri , i nostri compagni di viaggio?

E , se ci sono, chi sono?

O meglio, che cosa "sono, che cosa siamo , dentro"?

Sono, siamo, sufficientemente indignati non tanto e non solo perché viene presa a pugni in faccia, quotidianamente, la dignità di ciascuno di noi , ma anche e soprattutto perché è alla vita e all’ambiente, e quindi al nostro futuro prossimo ,che viene sferrato il "destro" più forte?

Quando la scuola rischia di crollare sulle teste dei nostri figli è inutile acquistare i banchi e gli estintori. Quando il mondo annaspa e rischia di essere sommerso , è del mondo che è necessario parlare, del cosa fare per evitare che vada in frantumi , accantonando , per il tempo necessario, le mille altre cose "di casa" che non vanno bene.

Stiamo entrando – ci pensate? - nella "logica" della guerra e, di conseguenza, siamo disposti ad accettare il rischio di un’altra guerra mondiale e la morte di civili innocenti, e la fame , e la sete e la disperazione di troppi, come il "male minore" - il prezzo da pagare! ci dicono - per costruire il "bene maggiore": un futuro di pace.

E’ possibile – mi domando e vi domando- crederci, condividere un simile ragionamento?

Dov’è la "logica"?

Io non la vedo, non la trovo per quanto mi sforzi.

Al contrario: trovo aberrante che si tenti perfino di ragionarci su, per chiarire e giustificare.

La violenza non può che generare violenza , e indifferenza , ed egoismo.

La guerra cercata e voluta da alcuni , non può che creare un mondo ricco per pochi e un inferno per tanti. E già per tanti lo è…

La scelta della guerra è , infatti , oggi più di ieri, la tomba della solidarietà. Lo capiscono tutti : anche i bambini.Così come anche i bambini sanno che togliere la vita ad un altro significa uccidere. E chi uccide è un assassino. Non esiste , né può esistere una "morale", un’etica nella violenza.

Qualunque ragionamento che tenti di giustificare , è invenzione di comodo e nasconde altri obiettivi – che sono tutto tranne quello di una pace duratura – e che sono molto chiari solo a pochi ( perché tenuti nascosti , con la complicità dei mezzi di informazione, ai più.).

C’è in gioco il nostro futuro, ripeto, il futuro dei nostri figli, di tutti i figli, e del pianeta. Pensiamoci…ma pensiamoci in fretta perché a dare "l’OK, alla guerra giusta" basta un attimo. Prima il Kossovo, poi l’Afghanistan, tra breve, molto probabilmente, l’Irak, poi l’Iran, poi tutti gli altri stati canaglia per arrivare ( non lo sappiamo tutti , ma è così ) all’isolamento-annientamento della Cina.

Ma anche facendo finta di ignorare, o ignorando le vere mire dei o del potente del mondo , è realistico pensare che il terrorismo e/o i "dittatori- minaccia del mondo" – prima amici, poi nemici - possano essere debellati con i bombardamenti ora qua, ora là, ora dove ci va?

Ma ammesso e non concesso che si possa, in certi casi, considerare normale rispondere alla violenza con altra violenza , un padre ( per fare un esempio lontano dal terrorismo ma legato alla logica imperante) che uccide l’assassino del figlio o che stermina la famiglia dell’assassino del figlio

- rea di averlo "partorito o protetto" - non dovrebbe essere punito ,e potrebbe perfino, egli stesso, considerare giusto ed opportuno cercare e circondarsi di "alleati"… per uccidere ancora coloro che lui considera direttamente o indirettamente responsabili di quella morte o di altre ipotiche future morti.

(Preciso, fra l’altro, che personalmente considero incivili tutte le nazioni "civili" che contemplano , nel loro codice, la pena di morte.).

Quante volte ho sentito dire: "Se tutti ragionasero come te , Hilter sarebbe ancora al potere.". E sempre ho risposto, e continuo a dire : "Se tutti ragionassero , o avessero ragionato come me , non esisterebbero, né sarebbero mai esistiti, gli Hitler di turno.".

Il fatto è, che a ragionare come me non sono "tutti" e , forse, non siamo abbastanza. Però – guarda caso! – siamo in linea con l’articolo 11 della Costituzione , "nato" , chissa perché , proprio dopo il disastro immane

- per vinti e vincitori - causato dalla seconda guerra mondiale.

E la Costituzione - mi è stato insegnato - è "la legge delle leggi".

E la legge va rispettata.

Come comportarsi nei confronti di chi non la rispetta? di chi vìola uno o più articoli? O basta indossare una determinata divisa o sventolare una determinata bandiera per giustificare l’ingiustificabile e godere di appoggio e immunità?

Chi sono l’avete capito: una signora di mezza età che crede che l’altro mondo possibile sia… possibile realizzarlo con la forza del dialogo e con una diversa distribuzione della ricchezza , e che - come mi ricorda qualcuno che scrive e canta , da sempre, canzoni stupende - " sto male di star bene quando penso a chi sta male" .

Quante volte ho sentito dire: "Il tuo è un sogno. Un’utopia".

E sempre ho risposto con una significativa frase di Eduardo Galeano, un compagno di viaggio che sento molto vicino. Frase che condivido e "faccio" mia . Ve la porgo: "L’utopia è come l’orizzonte. Cammini due passi e si allontana di due passi. Cammini dieci passi , e si allontana di dieci passi. L’orizzonte è irragiungibile. E allora , a cosa serve l’utopia? A questo: serve per continuare a camminare".

Ecco perché , nonostante tutto , e nonostante lo scoramento che ogni tanto mi assale, continuo a camminare : voglio andare verso l’orizzonte. Voglio camminare…

Voglio contribuire, nel mio piccolo, a dare vigore, senso e spessore alla solidarietà, all’impegno civile , alla giustizia sociale.

E voglio andare, verso l’orizzonte, insieme a chi - come padre Ernesto Balducci, come Danilo Dolci, ieri , e come Moni Ovadia, come Ettore Masina, come Tiziano Terzani, come Gino Strada, come Teresa Sarti, come Desio De Meo, come Vauro, come Giulietto Chiesa, come Sergio Cofferati, come Dario Fo,come Margherita Hack, come padre Zanotelli, come tanti altri stupendi ragazzi più o meno giovani – condividono e rispettano l’articolo 11 della Costituzione , e il comandamento "Non ammazzare"… che non è importante che sia il quinto o l’ottavo o il decimo , ma fa parte della morale cattolica e non solo.

Insomma…voglio percorrere il mio sentiero con coloro che sanno ancora indignarsi, con coloro che riempiono le piazze di girotondi costruttivi e stracci bianchi .

Voglio andare con chi ha lo sguardo attento ed è capace di sentire e dare voce e spazio ai "senzavoce".

Voglio stare a sentire anche i silenzi.

Voglio contribuire a preparare, per i nostri figli e per gli altri ragazzi, un futuro da cittadini, non da sudditi.

Voglio che esistano, che abbiano il loro spazio come persone e non come consumatori.

Vorrei che loro, i nostri figli, imparassero a stare sempre in guardia perché non-si-sa-mai, e si indignassero, e lottassero con la mente e col cuore, ogni qualvolta, nell’altro mondo possibile nel quale continuo a credere, qualcuno dovesse tentare di rimettere il bavaglio all’informazione e le catene alla magistratura .

Vorrei che imparassero a convivere veramente con gli immigrati , eliminando- e dimenticando!- la patetica, rozza trovata – vecchia di un secolo- delle impronte digitali (contro la quale combattè anni fa Ghandi e per la quale varie volte andò in galera).

Insomma: vorrei che facessero quello che noi non siamo stati capaci di fare.

Vorrei che noi adulti fossimo capaci, già da domani, di restituire ai giovani il diritto di progettare il proprio futuro, con lavori che siano basati sulla garanzia e rispetto e non sulla provvisorietà e ricatto.

E infine… vorrei fare " insieme a" per ricordarmi che esisto e che sono, siamo, animali sociali.

Per gli altri, per tutti quelli alla "fallaci", non ho tempo.

Per gli altri, per tutti quelli che cambiano "coscienza" all’occorrenza, e che sanno saltare magistralmente da un carro all’ altro, non ci sono.

Per gli altri, per quelli che confezionano e vendono menzogne e speranze fatte di niente, sono altrove, e soprattutto sono altro.

Vi saluto, come è mia abitudine, con pochi versi, che ho scritto non molto tempo addietro e nati dopo aver ricevuto, dagli amici di Emergency, uno straccio bianco. La trovo la conclusione più logica. E’ un inno alla speranza…All’unica speranza possibile : quella di organizzarci- come ci ricorda Giulietto Chiesa – "per impedire, innanzi tutto, che questa guerra iniziata vada avanti.".

 

 

                 Uno straccio di pace.

 

Nel mio sogno non c’è

l’arsura di denaro

la voglia di apparire

il diamante nel dito

l’accumulo di tutto.

Nel sogno di mio padre

nel mio sogno di madre

nel tuo sogno di figlio

c’è soltanto uno straccio.

Uno straccio di pace…

 

Rosalba Satta Ceriale