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IL FAVOLOSO MONDO DI AMELIE
(Le fabuleux destin d'Amélie Poulain)

2001, Francia

Data di uscita nelle sale italiane 25/01/2002

Sceneggiatura Jean-Pierre Jeunet e Guillaume Laurant

Jean-Pierre Jeunet

Interpreti Audrey Tautou, Mathieu Kassovitz, Rufus, Yolande Moreau, Arthus De Penguern, Urbain Cancellier, Dominique Pinon, Maurice Benichou, Claude Perron, Michel Robin, Isabelle Nanty, Claire Maurier, Clotilde Mollet, Serge Merlin, Jamel Debbouze

VALUTAZIONE 8

Il sito ufficiale del film

Produzione Studio Canal +

Produttori Claude Ossard e Arne Meerkamp Van Embden

Fotografia Bruno Delbonnel

Montaggio Herve Schneid

Musiche Yann Tiersen

Scenografia Volker Schaefer

Costumi Madeline Fontaine

Sonoro Vincent Arnardi

Effetti speciali Alain Carsoux Duboi, Les Versillais

Trucco Nathalie Tissier

TRAMA

Cresciuta nell'ombra di due genitori decisamente comuni e persa la madre in un incidente alquanto bizzarro, la piccola Amélie Poulain vive nella convinzione che il mondo cospiri per negarle la felicità, ed il soffocante condominio in cui vive non l'aiuta certo a vedere la vita in una migliore prospettiva. La morte di Lady Diana è un duro scossone al suo mondo, ma uno strano ritrovamento la porta a convincersi che la sua missione sia "aggiustare" le vite altrui, salvo essere incapace di aggiustare la propria...

RECENSIONE

Quello che manca a molto del cinema contemporaneo, specie se di matrice statunitense, viene profuso a piene mani in questa pellicola francese; la poesia ed un sincero spirito favolistico. Jeunet, più conosciuto per il grottesco DELICATESSEN e lo sciagurato ALIEN 4, riesce a creare un mondo magico perfettamente inserito in una realtà quotidiana che, per quanto appaia distorta dallo sguardo infantile della protagonista (e del regista), ha più attinenze con quella che viviamo di tutte le insulse favolette propinateci in questi anni. Non è infatti la storia in sè ad essere il fulcro del film, ma il modo in cui la protagonista vive degli eventi assolutamente banali, avvolgendoli in un velo di infantile soavità che non può lasciare indifferenti.
L'abilità indubbia del regista Jeunet supporta egregiamente la penna dello scrittore Jeunet, evitando tutte le trappole del genere senza mai cadere nello stucchevole e nell'irritante, riuscendo a creare praticamente con niente un sincero senso di stupore dai piccoli segreti e misteri che tutti, in tempi più innocenti, abbiamo sicuramente provato. Non c'è retorica, non c'è moralismo nè voglia di intenerire a tutti i costi, ma solo il gusto per una narrazione semplice eppure raffinatissima (Jeunet è abilissimo nell'uso della camera e dei deliziosi effetti speciali), che riesce là dove altri film, con lo stesso scopo, hanno parzialmente fallito (si veda, in questo senso, CHOCOLAT). Inutile interrogarsi e sezionare ogni aspetto della pellicola: questo è uno di quei rari casi in cui il cinema si limita (e chiamiamolo limite!) alla sua funzione primaria di creatore di sogni, di immagini, di sensazioni pure che parlano direttamente al cuore al punto che persino trovate in sè non geniali (il viaggio per il mondo del nanetto di gesso) non possono che far nascere una sincera e dolce ilarità.
Il cast degli attori è perfetto, su tutti la straordinaria Tautou senza i cui immensi e profondi occhi non si sarebbe creduto all'infantile innocenza della protagonista. Persino Kassovitz, regista ben conosciuto in patria, fa la sua figura nel giusto contraltare maschile di Amélie, contribuendo a rendere credibile il loro stupore nei confronti delle piccole cose del mondo. Un altro regista avrebbe reso tutto questo irrimediabilmente stucchevole o finto, ma Jeunet conosce abbastanza l'aspetto grottesco di questo mondo (di cui qualcosa si intravede anche qui) da potercene restituire la sua anima più pura
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