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CAST
AWAY 2000, USA Data
di uscite nelle sale italiane
12/01/2001 VALUTAZIONE 6 1/2 Sceneggiatura
William Broyles, Jr. Regia
Robert Zemeckis Interpreti
Tom Hanks, Helen Hunt, Nick Searcy, Chris Noth, Lari White, Geoffrey
Blake, Jennifer Lewis, David Allen Brooks, Semion Sudarikov, Nan Martin,
Peter von Berg, Dmitri S. Boudrine, Leonid Citer, Anne Bellamy, Dennis
Letts Produzione
20th Century Fox, DreamWorks, ImageMovers e Playtone Produttori Tom Hanks, Robert Zemeckis, Steve Starkey e Jack Rapke Produttore esecutivo Joan Bradshaw Produttori associati Steven Boyd e Cherylanne Martin Fotografia Don Burgess Montaggio Arthur Schmidt Musiche Alan Silvestri Scenografie Rick Carter Costumi Joanna Johnston Sonoro William B. Kaplan e Randy Thom Effetti
speciali John Frazier, Ken Ralston e Kenneth D. Pepiot Makeup: TRAMA Un
dirigente di un corriere internazionale è molto impegnato
dalla sua carriera, che lo porta a spostarsi sovente da un continente
all'altro. In uno di questi spostamenti, l'aereo su cui viaggia
incontra una terribile tempesta che lo scaraventa nell'oceano,
lasciandolo unico sopravvisuto dell'equipaggio. RECENSIONE La
domanda che sorge spontanea vedendo questo film è: perchè
lo hanno girato?
La regia è ottima come sempre, Hanks è un interprete straordinario che riesce a reggere l'intero film sulle proprie spalle, facendo passare persino la parte centrale in solitaria senza nemmeno uno sbadiglio, il dramma del suo ritorno è reso con una certa efficacia, ma alla fine si rimane con un senso di insoddisfazione che deriva dalla totale inutilità di girare una storia del genere. Il messaggio del film, se di questo si può parlare, sul tempo che non ci aspetta è una tematica talmente abusata (specie da Zemeckis) che francamente necessitava di qualcosa di più incisivo per offrire una nuova prospettiva: il film si dilunga eccessivamente nel presentare il personaggio nel suo "habitat" naturale, lo piazza su un'isola deserta senza che gli accada sostanzialmente nulla, ed infine lo riporta nel suo mondo che ora vede con occhi del tutto nuovi. E allora? Tutto quello che passa sullo schermo è scontato, non c'è un gesto o una battuta che non siano prevedibili, e soprattutto appare tutto fin troppo funzionale alla tesi che si vuole dimostrare. Il cinema si è soffermato troppe volte su tematiche simili, e sconsola vedere un regista altrove acutissimo perdersi in un'operazione fin troppo ovvia e che nulla ha da aggiungere a quanto sia già stato detto: la coincidenza (casuale) con l'uscita americana del programma SURVIVOR ha anche fatto nascere delle imbarazzanti (per il programma) similitudini, ma è forse questa l'unica risposta "fresca" del film. Un film scontato, dunque, anche se di gran classe, che ribadisce la grande fede di Zemeckis nell'Uomo, il suo senso religiosamente laico di interpretare il mondo, ma a cosa serve il talento se non si ha nulla da raccontare? Una piccola curiosità: il telefono cellulare che usa Hanks all'inizio è lo stesso che si vede ne LE VERITA' NASCOSTE. |
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