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FINAL FANTASY
(Final fantasy: the spirits within)

2001, USA/Giappone

Data di uscita nelle sale italiane 24/08/2001

VALUTAZIONE 7 1/2

Sceneggiatura Al Reinert e Jeff Vintar

Regia Jack Fletcher, Hironobu Sakaguchi e Moto Sakakibara

Doppiatori originali Ming-Na Wen, Alec Baldwin, Ving Rhames, Steve Buscemi, James Woods, Donald Sutherland

Il sito ufficiale del film

Prodotto da Columbia Pictures e Chris Lee Production Pictures

Produttori Jun Aida e Chris Lee

Produttore associato Katsuhiko Toyota

Montaggio Christopher S. Capp

Musiche Elliot Goldenthal

Effetti speciali Remo Baicells e Gary Mundell

Animazione Andy Jones, Takashi Kubota, Kani Kunitake, Takao Noguchi, Kevin Ochs e Roy Sato

TRAMA

In una Terra del futuro assediata dalla misteriosa razza aliena dei Phantoms, il dottor Sid sta studiando il modo per liberarsi degli sfuggenti invasori attraverso l'uso dell'energia di Gaia, ovvero del pianeta visto come entità vivente, ottenibile raccogliendo gli otto spiriti della Terra: la sua assistente, la dottoressa Aki Ross, è stata infettata dagli alieni e riesce a tenere la malattia sotto controllo proprio grazie ai sei spiriti fino ad ora raccolti in uno speciale apparecchio contenitore inserito nel suo petto. Le alte sfere militari, guidate dal generale Hein, sarebbero dell'avviso di spazzare via i Phantoms con un enorme cannone spaziale, ma gli scienziati temono questo ferirebbe Gaia stessa e lottano contro il tempo per cercare i due spiriti mancanti. La dottoressa Aki è visitata nei propri sogni da visioni di un mondo alieno, e saranno proprio questi sogni a portarla a capire la vera essenza degli alieni...

RECENSIONE

In occasione dell'uscita di questo film, di fregnacce se ne sono lette e sentite tante.
I critici dell'ultima ora (ma anche alcuni più "blasonati") si sono dati un gran da fare ad agitare lo spettro della futura sostituzione degli attori umani da parte di quelli digitali, di cui questa pellicola sarebbe l'inquietante avanguardia: la protagonista, Aki Ross, è stata presentata come l'alternativa alle varie Julia Roberts o Cameron Diaz, coinvolgendola in improbabili confronti con la futura incarnazione (reale) di un altro videogioco, Angelina Jolie.
Inutile dire che tutte queste sono, per l'appunto, fregnacce.
FINAL FANTASY è un film d'animazione, realizzato interamente al computer con tecniche all'avanguardia che si sforzano di rendere sfondi e personaggi il più reali possibili, riuscendo (in parte) nell'intento, ma restando confinato comunque nel campo dell'animazione, che è cosa ben diversa dalle riprese dal vivo: i generi sono del tutto distinti, e pensare di rendere l'uno alternativo all'altro è segno di profonda miopia.
Certo, il sogno di George Lucas è quello di avere un controllo totale sui propri film, ottenibile attraverso attori interamente digitali, ma questa è tutta un'altra cosa.
La tecnica raggiunta dall'animazione al computer è davvero stupefacente, il livello di dettagli nelle figure umane arriva fino ai pori della pelle dei personaggi facendo apparire molti dei volti davvero reali (su tutti, quello del dottor Sid): come già detto parlando di SHREK, non siamo ancora alla perfezione dato che alcuni elementi appaiono ancora legnosi (l'animazione delle mani, i capelli), ma il risultato finale è comunque stupefacente.
Che il film sia una festa per gli occhi è fuori discussione, anche se lascia un po' di amaro in bocca il lavoro fatto sui fondali, che appare non sfruttato appieno più per problemi di sceneggiatura che per qualità tecnica.
Infatti è proprio la sceneggiatura, tasto dolente di quasi ogni film venga prodotto di questi tempi, a non sfruttare appieno le potenzialità della storia: i pur interessanti elementi pseudo-spirituali (non originalissimi, in verità) non vengono approfonditi a dovere, preferendo la strada della pellicola bellica con i consueti scontri a colpi di mitra e banalità varie (il sacrificio del marines, la storia d'amore tormentata fra la protagonista ed il capitano). Quando si incentra sulla ricerca e l'origine degli alieni, la sceneggiatura si rivela capace di dialoghi efficaci ed interessanti, scadendo però nei più banali clichè quando si entra nell'azione più pura.
É lecito sospettare che le cadute di tono siano figlie della metà produttiva americana, visto che i moduli narrativi in questione sono tutti "all american", mentre la parte giapponese (con una spiritualità riconoscibile anche se di maniera) è quella che, di fatto, solleva il film dalla noia totale.
In definitiva non è una pellicola delle più facili (molti elementi della storia vengono dati per sottintesi, sebbene mi dicono non abbiano nulla a che vedere con la trama del gioco stesso), ma il risultato finale vale ampiamente (per dirla in tono pragmatico) il prezzo del biglietto, sia per chi cerca l'impatto visivo e per chi desidera solo guardare una bella storia.
E data l'hollywoodiana stolidità delle espressioni dei personaggi militari, forse la minaccia agli attori in carne ed ossa non è del tutto campata in aria...
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