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IL PATTO DEI LUPI
(Le pacte des loups)

2001, Francia

Data di uscita nelle sale italiane 23/11/2001

VALUTAZIONE 4,5

Sceneggiatura Stéphane Cabel e Christophe Gans

Regia Christophe Gans

Interpreti Samuel Le Bihan, Vincent Cassel, Emilie Dequenne, Monica Bellucci, Jérémie Rénier, Mark Dacascos, Jean Yanne, Jean-François Stévenin, Jacques Perrin, Johan Leysen, Bernard Farcy, Edith Scob, Virginie Darmon, Philippe Nahon, Eric Prat

Il sito ufficiale del film

Produzione Studio Canal +

Produttori Richard Grandpierre e Samuel Hadida

Fotografia Dan Laustsen

Montaggio Xavier Loutreuil, Sébastien Prangère e David Wu

Musiche Joseph LoDuca

Scenografie Guy-Claude François

Costumi Dominique Borg

Sonoro Jean-Paul Mugel

Effetti speciali Seb Caudron, Igor Chevalier, Jamie Courtier e Georges Demetrau

Trucco Jean-Max Guérin, Morgan Hildebrand, Kameleon e Alexis Kinebanyan

TRAMA

Nella metà del '700, una regione della Francia è tormentata dai brutali assalti di quello che tutti descrivono come un enorme lupo mostruoso, che la polizia non riesce a fermare. Da Parigi vengono inviati un ricercatore naturalista e la sua guardia del corpo indiana per derimere il mistero, e subito lo scienziato comprende come non si tratti di un lupo ma di una bestia ben più grande e sconosciuta. Nella corte del paese l'uomo incontra non poche resistenze alla propria presenza, ed anche la graziosa figlia di un conte resiste strenuamente alla sua corte spietata. Ma dietro gli efferati omicidi si nasconde una trama ben più vasta e terrena di quanto sembri...

RECENSIONE

Ennesimo tentativo da parte del cinema francese di creare un'opera di respiro internazionale che sia facilmente esportabile, con un adeguato dispendio di mezzi e denaro che fa bene comprendere quanto il cinema nostrano sia limitato nella propria ottusa provincialità. Se il coraggio di una tale operazione merita senza dubbio il plauso (e l'uscita americana è prevista nel gennaio del 2002), tutt'altro è il risultato finale, minato forse proprio dal desiderio di realizzare un film "moderno" che piaccia a tutti.
I limiti della pellicola stanno in buona parte nell'aver voluto mescolare troppi generi fra loro, col risultato di ottenere un pasticcio squilibrato e discontinuo: il film in costume abbraccia il cinema d'azione contemporaneo, l'analisi sociale si tuffa nell'horror moderno senza però alcun amalgama, lasciando che ogni elemento strida fortemente con l'altro con risultati spesso irritanti se non ridicoli. Il regista ha buone capacità visive, ma si lascia affascinare da un uso smodato del rallenty nell'intenzione di dare epicità ad ogni scena (persino un'innocua corsa di cavalli!), dimenticando che l'epica è ben altra cosa, perdendosi in scene di lotta spesso inutili che si vogliono rifare alle arti marziali tanto care al cinema d'oggi col risultato di ottenere un effetto davvero esilarante (e il buon Dacascos ci mette del suo per rendere del tutto inverosimile un indiano d'America che si dà al kung-fu!). Se poi si aggiunge un montaggio sciagurato, che unisce le sequenze come farebbe un bambino (facendo sorgere il sospetto che molto sia stato tagliato), la narrazione ne esce decisamente sfilacciata, con rallentamenti e accelerazioni continui che rendono la visione impervia. Anche la sceneggiatura ci mette del suo, indecisa se realizzare una storia con elementi sovrannaturali o politici, optando per una mal gestita mescolanza di entrambi che svela e risolve il mistero nel giro di pochi minuti andando contro le più elementari regole del thriller, e infilandoci una forzatissima storia d'amore da film di serie B. Sul versante delle recitazioni siamo messi altrettanto male: il protagonista è un campione d'inespressività, la Bellucci ne uscirebbe meglio se non si doppiasse con la propria voce (atona e con un fastidiossimo accento), mentre Dacascos e Cassel sono gli unici ad uscirne discretamente, non foss'altro per il confronto impari con gli altri.
In definitiva un film non riuscito per la troppa carne al fuoco, schiacciato dal desiderio di essere per forza moderno per piacere a tutti, che sconforta per le potenzialità sprecate: la pellicola è stata un campione d'incassi in patria, e forse avrà fortuna anche all'estero, ma se per far conoscere il cinema europeo oltreoceano si debbano commettere gli stessi errori di Hollywood, allora è meglio lasciar fare a loro i remake...

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