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IL SESTO GIORNO
(The sixth day)

2000, USA

Data di uscita nelel sale italiane 26/01/2001

VALUTAZIONE 6

Sceneggiatura Cormal e Marianne Wibberley

Regia Roger Spottiswoode

Interpreti Arnold Schwarzenegger, Michael Rapaport, Tony Goldwyn, Michael Rooker, Sarah Wynter, Wendy Crewson, Rod Rowland, Terry Crews, Ken Pogue, Colin Cunningham, Robert Duvall, Wanda Cannon, Taylor Anne Reid, Jennifer Gareis, Don McManus, Steve Bacic, Christopher Lawford

Il sito ufficiale del film

Produzione Phoenix Pictures e Columbia

Produttori Arnold Schwarzenegger, Jon Davison e Mike Medavoy

Produttori esecutivi Daniel Petrie Jr. e David Coatsworth

Produttore associato David Latham

Fotografia Pierre Mignot

Montaggio Mark Conte, Michel Arcand e Dominique Fortin

Musiche Trevor Rabin

Scenografie John Willett e James Bissell

Costumi Trish Keating

Sonoro David Husby

Effetti speciali Michael Lantieri, Peter Kuran, David Drzewiecki, Todd Shifflett, Jerry Pooler, Lars Lenander, Michael Walls, Keith Hamakawa, Tom Lesser, Rhythm & Hues Studios, Thomas J. Smith, Cinesite e VCE.com

Trucco Jeff Dawn, Tom Woodruff Jr., Alec Gillis e Charles Porlier

TRAMA

In un prossimo futuro ("più vicino di quanto crediamo"), un pilota di elicotteri vive serenamente con la propria famigliola cercando di mantenere uno stile di vita il più possibile naturale, senza ricorrere ai nuovi prodigi della scienza. Si troverà, però, a fare i conti in prima persona proprio con il ritrovato che più aborrisce quando, tornato a casa, vi trova un suo clone che festeggia il suo compleanno al proprio posto. In questo futuro la clonazione umana è severamente proibita, ma qualcuno ha evidentemente ritenuto valesse la pena correre il rischio di clonarlo, e questo per un'ottima ragione: nascondere un ben più ampio giro illegale di clonazioni umane, che rischiava di essere scoperto in seguito ad un attentato ad un industriale in cui il pilota si riteneva morto. Questo ovviamente non è accaduto, e con due Schwarzenegger in circolazione i cattivi certo non avranno vita facile...

RECENSIONE

Questo film è un anacronismo vivente, che per di più cerca (invano) di dipingersi una patina di modernità che non gli appartiene, ed in questo suscita più tenerezza che disapprovazione.
Schwarzenegger appare del tutto incolpevole in un film che affronta un tema di "scottante" attualità, sforzandosi disperatamente di dare un'immagine del futuro realistica e contemporaneamente ironica, fatta di tanti esempi di innovazioni quotidiane (le banane al sapore di arancia, le amanti virtuali, ologrammi a profusione), che finiscono per saturare inutilmente la storia di tante "strizzatine d'occhio" che vorrebbero creare una complicità con lo spettatore ormai più che assuefatto al "sense of wonder".
L'attore presenta il solito campionario di muscoli, battutine ed espressione da bonario scemotto che gli sono proprie, ed il suo personaggio è più che funzionale ad una storia di poche pretese (e qui i registi moderni dovrebbero imparare qualcosa), ma che non ha nulla da offrire se non un intrattenimento casalingo da sabato sera: pochi brividi, qualche inseguimento di troppo, la solita scena del protagonista appeso ad un elicottero (che sta per schiantarsi contro un palazzo: uao!), il cattivo-cattivo e personaggi di contorno più o meno divertenti; tra l'altro, la storia presenta non poche e sospette similitudini con la "Saga del clone" apparsa sui fumetti dell'Uomo Ragno qualche anno fa.
Il regista non è certo noto per essere particolarmente brillante (ricordiamo i suoi TURNER E IL CASINARO, AIR AMERICA, FERMATI O MAMMA SPARA: non esattamente pilastri del cinema moderno), e qui compie il suo dovere come vuole il contratto, concedendosi persino dei "virtuosismi" post-moderni (i cambi di scena a tendina composti da flash di sequenze ed i soliti rallenty ingiustificati) decisamente fuori tono ed anche un tantino ridicoli.
Un film innocuo, come tanti film d'azione degli anni '80 e '90, dai dialoghi a volte ridicoli, psicologie tagliate con l'accetta ed un pizzico di noia in scene viste e riviste, ma che non manca di un suo fascino "retrò" in questo marasma di pellicole iper-cinetiche e pseudo-tecnologiche: Schwarzy è come il nonno che ti racconta dei bei tempi andati mentre una lacrimuccia gli scivola sui muscoli appannati dal tempo...

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