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KILL BILL vol. 1
(id.)

10/10/2003, USA

Data di uscita nelle sale italiane 24/10/2003

VALUTAZIONE 7,5

Sceneggiatura Quentin Tarantino

Regia Quentin Tarantino

Interpreti Uma Thurman, David Carradine, Lucy Liu, Daryl Hannah, Vivica A. Fox, Michael Madsen, Michael Parks, Sonny Chiba, Chiaki Kuriyama, Julie Dreyfus, Gordon Liu, Jun Kunimura, Kazuki Kitamura. Akaji Maro

Il sito ufficiale del film

Produzione Super Cool ManChu, A Band Apart e Miramax

Produttore Lawrence Bender

Produttori esecutivi Harvey Weinstein, Bob Weinstein e E. Bennett Walsh

Produttore associato Koko Maeda

Fotografia Robert Richardson

Montaggio Sally Menke

Musiche RZA

Scenografie David Wasco e Yohei Tanada

Direzione artistica Daniel Bradford

Costumi Catherine Marie Thomas e Kumiko Ogawa

Casting Johanna Ray

Effetti speciali Jason Gustafson e Don Greenberg

Trucco K.N.B. EFX Group

TRAMA

Trovata in fin di vita e immersa in un bagno di sangue, la donna misteriosa conosciuta solo come "la sposa" si risveglia da un lungo coma con un solo pensiero in mente: vendicarsi di coloro che hanno cercato di ucciderla in chiesa il giorno del suo matrimonio e soprattutto di Bill, l'uomo che ha deciso la sua esecuzione e padre della vita che portava in grembo...

RECENSIONE

É curioso come un regista veda accolta ogni sua nuova opera da un grande tam-tam massmediologico pur non essendo, di fatto, un autore "popolare": il suo film più noto, PULP FICTION, in definiiva ha incassato poco più di 100 milioni di dollari, una cifra notevole ma certo non memorabile, e la sua ultima opera non ha nemmeno toccato i 40. Non proprio un regista di cassetta, insomma, e infatti il discutibile escamotage di dividere il suo ultimo film in due parti per raddoppiarne gli incassi fa capire come i suoi stessi produttori, in fondo, credano poco nella sua "grande" popolarità.
Ma Tarantino di tutto ciò, probabilmente, se ne infischia e torna ad essere, dopo la parentesi "coscientemente autoriale" di JACKIE BROWN, un autore che dà sfogo alle proprie passioni attraverso il suo straordinario talento visivo e di scrittura, partorendo un film leggero-leggero che andrebbe però studiato a memoria dai registi di popcorn-movies: non c'è una virgola, un movimento di macchina, una scelta visiva che sia fuori posto, anzi!, tutto si mescola e fluisce in un melting pot cultural-cinematografico che ben poco ha di "alto" ma mira all'intrattenimento puro.
Pur divertendosi nel rintracciare le miriadi di citazioni e rimandi di cui è zeppo il film, torto si farebbe al regista se si cercasse qualcosa "oltre" la pura passione per la scrittura cinematografica, che si esprime nel tentare strade diverse (straordinaria la parte "anime" di uno dei tanti flash-back) e nel condire di affettuosa ironia il palese omaggio verso il cinema e gli anime giapponesi (con arti mozzati e sangue che schizza a fiotti come in un episodio di "Ken il guerriero"): ogni dialogo, ogni scena è magicamente perfetta, non c'è un personaggio fuori posto o una ripresa inutile. Magari Tarantino non "crescerà" mai ad autore a tutto tondo (ed ecco il motivo per un voto non pieno, per il dubbio nei confronti di un'opera comunque "limitata" dal suo essere fin troppo sopra le righe), ma è sicuramente uno dei pochi a saper fare del cinema spensierato con intelligenza.

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