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PROVA A PRENDERMI
(Catch me if you can)

2002, USA


Data di uscita nelle sale italiane 31/01/2003

VALUTAZIONE 7,5


Sceneggiatura Jeff Nathanson basata sul libro di Frank Abagnale Jr. e Stan Redding

Steven Spielberg

Interpreti Leonardo DiCaprio, Tom Hanks, Christopher Walken, Martin Sheen, Nathalie Baye, Amy Adams, James Brolin, Brian Howe, Frank John Hughes, Steve Eastin, Chris Ellis, John Finn, Jenniger Garner, Nancy Lenehan, Ellen Pompeo, Elizabeth Banks, Guy Thauvette, Candice Azzara, Matthew Kimbrough, Joshua Boyd, Kaitlin Doubleday, Kelly McNair, Jonathan Danker

Il sito ufficiale del film

Produzione Dreamworks SKG


Produttori Steven Spielberg e Walter F. Parkes

Produttori esecutivi Tony Romano, Barry Kemp, Daniel Lupi, Laurie MacDonald e Michel Shane

Co-produttore Devorah Moos-Hankin

Fotografia Janusz Kaminski

Montaggio Michael Kahn

Musiche John Williams

Scenografie Jeannine Oppewall

Direzione artistica Sarah Knowles

Costumi Mary Zophres

Casting Debra Zane

Sonoro Ronald Judkins

Effetti speciali John Hartigan

Trucco Lois Burwell

TRAMA

Frank Abagnale è un negoziante strozzato dal fisco, che nonostante la sorta avversa insiste a credere nel Sogno Americano che negli anni '60 è più forte che mai. Ma con l'improvviso divorzio dalla morte, quel sogno diventa sempre più lontano, e sarà solo il figlio, Frank Abagnale Jr., a poterlo concretizzare: grazie al suo grande carisma e ad una notevole faccia tosta, l'adolescente Frank riesce a farsi passare per un aiuto pilota e, grazie alla propria posizione, riesce a farsi cambiare senza batter ciglio decine di assegni falsi. La sua attività finisce presto sotto l'occhio dell'FBI, e l'agente Hanratty capisce di aver a che fare con un vero mago della truffa...

RECENSIONE

Frutto di un inusuale periodo di grande attività per Spielberg, questo film esce a poca distanza da MINORITY REPORT, e da esso non potrebbe sembrare più lontano: cupo e futuristico il primo, solare e nostalgico questo. All'apparenza, questa pellicola potrebbe sembrare il classico "riposo dell'Autore", un divertissement girato come pausa dopo due opere molto impegnative (l'altra è stata A.I.). Potrebbe sembrare, ma non è.
Nonostante l'apparente distanza, le ultime due opere di Spielberg sono in realtà due facce della stessa medaglia, il passato e il futuro del medesimo presente, in cui le angosce e i timori mostrati nel film di fantascienza sono mostrate in embrione in questo tuffo negli ottimisti anni '50: già, perchè di ottimista questo periodo sembra avere tutto, inclusa la possibilità per un ragazzino di fare quattrini in brevissimo tempo. Ma l'ombra sinistra di ciò che verrà si staglia chiaramente dietro gli inseguimenti, le allegre ed innocue truffe, e sono assommate nella parabola discendente del padre del protagonista, stritolato da quel sistema che tutto pare promettere ma ben poco sa mantenere (a meno di prenderselo con i raggiri). Lo stesso protagonista, infine, è costretto ad arrendersi a quel sistema, a divenire parte di esso per sopravvivere, vendendo la propria anarchica fantasia per non venirne schiacciato.
Un film divertente questo, ben ritmato, perfettamente immerso nelle atmosfere di molta commedia classica (meravigliosi i titoli di testa e le musiche, perfette, di Williams), con la consueta fotografia perfetta ed ispirata di Kaminski, in cui Spielberg lascia (apparentemente) mano libera agli attori, tutti straordinari (una menzione d'onore a Christopher Walken e a DiCaprio, perchè di Hanks che fosse un Grande si sapeva già), ma non si lascia prendere dalla (illusoria) bonarietà di quei tempi: commedia lieve, sì, ma con un lato oscuro appena accennato (la macchia di vino rosso sul tappeto nella casa felice degli Abagnale) che non lascia presagire nulla di buono.
Il pubblico lo ha apprezzato, e lo apprezzerà, per le sue straordinarie doti di commedia, ma in questo film c'è molta più teoria di quanto non sembri, e riporta alla mente lo Spielberg de LO SQUALO, che sapeva parlare della società americana attraverso un grande film d'avventura. Se qualcuno aveva ancora dubbi, ora dovrebbe essergli chiaro: il Grande Regista è tornato.

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