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RED DRAGON
(Red dragon)

2002, USA


Data di uscita nelle sale italiane 25/10/2002

VALUTAZIONE 6 1/2


Sceneggiatura Ted Tally dal romanzo di Thomas Harris

Brett Ratner

Interpreti Anthony Hopkins, Edward Norton, Ralph Fiennes, Harvey Keitel, Emily Watson, Mary-Louise Parker, Philip Seymour Hoffman, Anthony Heald, Ken Leung, Frankie Faison, Tyler Patrick Jones, Lalo Schifrin, Tim Wheater, John Rubinstein, David Doty. Brenda Strong, Robert Curtis Brown, Mary Anne McGarry, Marc Abraham, Veronica De Laurentiis

Il sito ufficiale del film

Produzione Universal Pictures, De Laurentiis Productions e MGM


Produttori Dino De Laurentiis e Martha De Laurentiis

Produttore esecutivo Andrew Z. Davis

Fotografia Dante Spinotti

Montaggio Mark Helfrich

Musiche Danny Elfman

Scenografia Kristi Zea

Direzione artistica Steve Saklad

Costumi Betsy Heimann

Casting Francine Maisler

Sonoro Gregg Landaker e Steve Maslow

Effetti speciali Matthew W. Mungle, Gintar Repecka e Kenneth D. Papiot

Trucco Randy S. Westgate

TRAMA

Il detective dell'FBI Graham, specializzato nella cattura dei serial killer in forza della sua capacità di "immedesimazione" nelle loro menti, dopo aver rischiato la vita per la cattura di Hannibal Lecter è andato in pensione per stare con la moglie e il figlio. Un nuovo psicopatico ha però già trucidato due famiglie, e l'FBI ha bisogno delle sue doti per trovare questo inafferrabile maniaco. Superate le prime resistenze, Graham ricorre anche alla consulenza di Lecter, fine psicologo e conoscitore delle menti malate...

RECENSIONE

Le distanze dalla prima versione realizzata da Mann del romanzo di Harris sono molte, e non solo perchè questa pellicola è più aderente all'opera dello scrittore (specie nel finale, che in MANHUNTER era stato cambiato radicalmente), ma soprattutto per una questione di stile:dove il film di Mann era gelido ed incentrato sul detective, questo ha i colori caldi e le cadenze del thriller psicologico ed appare molto più interessato alla figura del maniaco Dente di Fata, oltre a mettere in ovvio risalto la figura, all'epoca defilata, di Lecter.
In effetti è lampante come ci sia stata la volontà da parte dei produttori di un "ritorno alle origini", accantonando l'esperienza di Scott con HANNIBAL e rifacendosi allo stile di Demme e de IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI, al punto che non solo le musiche di un quasi irriconoscibile Elfman ricalcano alla perfezione quelle di Howard Shore, ma persino la regia di Ratner (regista peraltro incolore) segue lo stile di Demme. Peccato che a questo film manchi completamente la tensione psicologica del primo, riducendosi ad un thriller di buona fattura che resta superficiale nella costruzione e nelle dinamiche fra i personaggi, la copia sbiadita di un capolavoro. Persino il personaggio del detective finisce in secondo piano, mostrando un iniziale abbozzo del suo dilemma morale che poi finisce nel totale dimenticatoio, dando ampio spazio al serial killer che si "mangia" l'intero film (merito anche di uno straordinario Fiennes rispetto a un Norton incolore e apparentemente svogliato). Onore al merito anche a Hopkins che, rispetto all'isterica interpretazione mostrata in HANNIBAL, qui ci presenta un Lecter misurato e sublime quanto la sua prima volta, ed anche alla sempre straordinaria Watson (mentre Keitel fa tappezzeria).
Regia incolore e spersonalizzata, trama interessante, personaggi superficiali: gli incassi saranno anche lodevoli, ma l'insieme è un film appena dignitoso. Un paio di note infine sulla versione italiana, in cui il maniaco Dente di Fata (il cui nome originale, Tooth fairy, campeggia sui giornali mostrati nel film) da noi diventa misteriosamente Lupo Mannaro (quanto idioti sono gli adattatori?) e il doppiaggio dei personaggi di contorno è decisamente pedestre (specie nei titoli di testa).

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